Trovarsi nei panni di Cgil Cisl e Uil e, in questo momento di attesa di rinnovo del CCNL sanità privata aris/aiop, dovrebbe provocare a soggetti terzi un sentimento di evidente imbarazzo. A prescindere che il rinnovo definitivo del CCNL venga siglato oppure no, quanto facilmente ipotizzabile si sta realizzando: la parte datoriale, veri e propri mercenari della salute, non vuole firmare se le Regioni non mettono i soldi.
L’USB ha una propria posizione rispetto alle legittime rivendicazioni economico-normative dei lavoratori, tanto che reclamiamo ancora una volta l’assimilazione di tutti gli istituti contrattuali, per quanto possibile, a quelli dei lavoratori della sanità pubblica (il nome del contratto è una questione, al momento non rilevante). Per questo, nei mesi scorsi, l’USB ha presentato alle associazioni datoriali, agli enti preposti e ai soggetti istituzionali una propria piattaforma contrattuale con l'intenzione di discuterne nelle sedi opportune.
Se da un lato riteniamo assolutamente inconcepibile che un’impresa privata paghi gli aumenti salariali subordinando gli stessi ad un aumento del finanziamento pubblico, dall’alto il soggetto pubblico erogatore, nella fattispecie le Regioni, dovrebbero inevitabilmente costruire un sistema di criteri di accreditamento ancora più stringente così come dovrebbero esserlo eventuali controlli. Questa nostra posizione conferma l’ambizione di arrivare quanto prima al contratto unico della sanità. Il risultato, ce ne rendiamo conto, dovrà passare attraverso tappe intermedie; una di queste non potrà che essere l’adeguamento contrattuale a partire dalla parificazione dei tabellari salariali a quelli della sanità pubblica, condizione “sine qua non” per avere anche parificazione dei budget disponibili a quelli degli enti pubblici.
Riteniamo che la strada per una completa riassimilazione del SSN sotto l’alveo pubblico, non potrà che passare da questa strada.
USB Lavoro Privato