Si è svolto il 28 aprile, presso la sede nazionale dell’ANCI, un incontro tra una delegazione delle RdB Pubblico Impiego e il Presidente del Comitato di Settore, Orazio Ciliberti, Sindaco di Foggia.
L’incontro si è svolto immediatamente prima della riunione del Comitato di Settore che si trova incastrato in un rinnovo contrattuale che tarda ad arrivare.
Le parole di Ciliberti ci hanno disegnato uno scenario in cui rinnovare un Contratto ora alla modesta cifra di 62 Euro mensili lorde non fa gola a nessuno.
Da un lato le OO.SS. rischiano di essere prese a pesci in faccia dai Lavoratori degli Enti Locali soprattutto se si considera che i due precedenti rinnovi sono stati sottoscritti a una cifra di poco superiore ai 100 Euro (produttività compresa).
Dall’altro i comuni avrebbero intenzione di chiudere subito il negoziato, ma le Regioni (che avranno le elezioni l’anno prossimo) sono propense a uno slittamento verso l’autunno.
Infine il Governo nazionale svolge un ruolo da “convitato di pietra” sebbene abbia costretto il Comitato di Settore a riscrivere la direttiva e imponga a colpi di decreti e di fiducie una sostanziale subordinazione degli enti locali alle esigenze della politica nazionale.
Ancora una volta dobbiamo sottolineare che a far le spese degli scontri politico-istituzionali sono i Lavoratori e le Lavoratrici degli Enti Locali in primis e la qualità dei servizi pubblici erogati ai cittadini.
Quando abbiamo lanciato più volte il nostro grido d’allarme per la deriva di tipo federalista (nel 2001 con il varo della riforma costituzionale, più di recente con la riforma legislativa già approvata dal Senato), siamo sempre stati tacciati di esagerare la portata di tali riforme.
Oggi, anche alla luce degli scenari contrattuali che si stagliano all’orizzonte dopo l’accordo del 22 Gennaio scorso, gli enti locali rischiano di pagare il prezzo più alto di tutti in termini economici e politici.
RdB – nel corso dell’incontro – ha auspicato che possa esserci una rapida conclusione della trattativa intervenendo per correggere le parti più odiose della bozza di lavoro su cui stanno ragionando ARAN e sindacati.
In particolare abbiamo sollecitato la necessità di eliminare la parte relativa al sostanziale blocco delle progressioni orizzontali, al reinserimento della parte variabile della retribuzione in quella fissa (a cominciare dall’indennità di comparto) anche per sterilizzare gli effetti negativi della legge 133/2008 (ex decreto Brunetta) sulle giornate di malattia.
Da ultimo, in ordine all’istituto che prevede la facoltà del prepensionamento rispetto agli ultimi 5 anni di attività, abbiamo segnalato la necessità di un adeguamento alle norme nazionali anche per il personale degli enti locali.
Su questo ci è stato assicurato l’interessamento dell’ANCI che già qualche giorno addietro ha inoltrato una richiesta analoga al Governo.
E’ essenziale a questo punto che tutti i Lavoratori e le Lavoratrici degli enti locali facciano sentire la propria voce agli amministratori locali e al Governo Nazionale chiedendo aumenti veri e l’immediata riapertura del tavolo negoziale.
Le legittime aspettative dei lavoratori non saranno comunque rappresentate né dai sindacati oggi presenti in trattativa, né -tantomeno- dalle controparti; solo una valanga di disdette ai sindacati complici e una crescita del sindacalismo di base possono garantire un reale cambio di passo.