In relazione alla nota in oggetto, questa O.S. è sbalordita per l’effetto prodotto sul dirigente dell’ATP di Cosenza dalla semplice richiesta, da parte della RSU, dello scorso 18 febbraio.
La grande scrupolosità nell’adempiere alle funzioni del suo ufficio era già nota, ma certamente non si pensava fino al punto di analizzare persino le virgole, nella cura di evitare qualunque ardita interpretazione della norma contrattuale.
Si sa che le virgole hanno il loro peso nel rendere il significato di un testo: la loro funzione è quella di separare, ma anche di connettere logicamente proposizioni indipendenti!
Le norme che ne regolano l’uso sono certamente complesse, forse è per questo che il dirigente è così attento ad esse.
Tuttavia, senza voler nulla togliere alle capacità ermeneutiche del dirigente Greco, si vorrebbe sommessamente e rispettosamente ribattere che la trasparenza è, per legge, alla base di qualsiasi procedimento valutativo: “La misurazione e la valutazione della performance sono volte al miglioramento della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l’erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e di doveri, trasparenza dei risultati delle amministrazioni pubbliche e delle risorse impiegate per il loro perseguimento” (Art. 3 c.1 D.Lgs. 150/2009).
Da quanto sopra riportato si evince che il giudizio sintetico non dà una motivazione adeguata della valutazione del singolo lavoratore e lascia un ampio margine di discrezionalità, in contrasto con la più volte rimarcata “misurabilità” voluta dal legislatore.
E, inoltre, nessuna virgola sembra mettere in dubbio quanto disposto dal comma 9 dell’art. 6 del CCNI n. 1/2018: “… i responsabili degli Uffici chiamati ad attribuire le risorse finanziarie al personale destinatario, forniscono alle OOSS territoriali e alle RSU, entro 10 giorni dall’attribuzione medesima, l’elenco dei nominativi del personale destinatario con a fianco le somme attribuite distintamente per la produttività collettiva e individuale”.
A sostegno della legittimità della richiesta della RSU, si cita anche il primo comma dell’art. 1 del D.lgs. n. 33/2013, per come modificato dall’art. 2, comma 1, del D.lgs n. 97/2016: “La trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.”
Pertanto, fiduciosa di ricevere una risposta più sostanziale e meno formale della precedente, questa O. S. La invita e
LA DIFFIDA
a voler ottemperare alla richiesta, inoltrata con nota n. 1230 del 18/02/2019, per come previsto dalla norma contrattuale.
Inoltre,
LA AVVISA
che, in caso di diniego, la presente diffida è da intendersi quale formale atto di messa in mora, con ogni conseguenza di legge e con riserva di azione nelle opportune sedi legali.
Catanzaro, 1° Marzo 2019
USB P.I.Calabria