Regione Liguria
Presidenza
Dr. C. Burlando
Assessorato alla Sanità
Dr. C. Montaldo
Oggetto: ristrutturazione rete ospedaliera A.S.L.3. Richiesta incontro urgente.
Egregi Signori,
In data 4 agosto 2010 l’Assemblea del Consiglio Regionale ha programmato con la deliberazione n°19 un piano di ristrutturazione della rete ospedaliera regionale, che scardina il già vigente piano di razionalizzazione del SSR sancito dal D.C.R. 8 del 28/02/08, e che trova movente nel rientro dal disavanzo della gestione del SSR. Tale piano di riassetto coinvolge l’A.S.L. 3 “Genovese” con la cessione delle funzioni ospedaliere dell’Ospedale S. Carlo all’Ente Evangelico Internazionale e con la chiusura dell’Ospedale di Recco e la sua destinazione ad attività riabilitativa a compartecipazione privata.
Sono molti gli aspetti sotto i quali tale progetto è inaccettabile:
1. Il mandato cardine del servizio sanitario regionale non è già il mantenimento del bilancio economico ma bensì la tutela della salute in quanto diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Nell’erogazione del servizio sanitario i dipendenti del SSR sono da considerare esecutori del mandato costituzionale e non semplici lavoratori.
2. L’affidamento di attività sanitaria ad un ente privato le cui priorità non ricalcano necessariamente quelle del servizio pubblico non fornisce sufficienti garanzie riguardo il mantenimento della gratuità nell’erogazione del servizi sanitario agli indigenti e l’universalità di risposta alla domanda di salute. In particolare l’erogazione di tali prestazioni dal parte dell’O.E.I. sono ad oggi vincolate ad accordi di convenzione con la Regione, declinati i quali il servizio del S. Carlo si potrebbe tradurrebbe in servizio privato. Analogamente il mandato di cui è investita la A.S.L. 3 “Genovese” per ricercare interlocutori privati cui affidare la struttura riabilitativa di Recco mette di fatto sul mercato la tutela della salute dei cittadini Liguri. Le vicenda Recco e S. Carlo-Evangelico hanno in comune l’apertura di un varco per la gestione privata della salute ed è noto che lo sviluppo economico che origina da tali operazione tende a concentrarsi nella mani degli investitori, pur sfruttando beni e competenze pubbliche.
3. Con lo smantellamento dell’Ospedale S. Carlo e la chiusura di Recco si perderanno 50 posti letto nella sola disciplina di Medicina Generale. La conseguenza di ciò sarà l’impossibilità per i cittadini di trovare un posto di degenza, e non stiamo parlando di cittadini che abbiano la possibilità economica di trovare nelle strutture private l’assistenza che si vedrebbero negata dal SSR. Nel contempo i percorsi diagnostici e terapeutici alternativi al ricovero si fanno vieppiù tortuosi e l’assistenza medica di base, a fronte di ingenti sforzi organizzativi, tarda a prendersi carico anche della patologia non complicata: nel 2009 sono stati più di 22 milioni gli accessi ai Pronto Soccorso in Italia, circa l’80% di questi rientravano nei criteri di “non urgenza”.
4. Il primo movente per il trasferimento dell’Ospedale evangelico a Voltri è stato il raggiungimento dei requisiti di sussistenza dei rispettivi punti nascita. Se c’è una logica matematica nell’unificare un punto nascita che conta poco più di 300 unità/anno con uno che supera le 700 unità, non se ne ravvisa una “geografica” ed è prevedibile che le gestanti attualmente afferenti all’O.E.I. , con il trasferimento di questo a Voltri, si riferiranno ai reparti di Ostetricia degli Ospedali S. Martino e Galliera, congestionando queste sedi piuttosto che risollevare le sorti del centro nascite del S. Carlo. Infine con la convergenza dei due reparti andranno perduti 2/3 dei posti letti complessivi di degenza ostetrico-ginecologica
Riteniamo in conclusione che il piano di razionalizzazione del 2008 non lasciasse spazio ad ulteriore amputazioni di servizi e che ogni ulteriore “razionalizzazione” abbia unicamente valenza di taglio indiscriminato operato secondo un logica liberista che mal si armonizza con i principi dello Stato Sociale. Il SSR ha la possibilità ottimizzare le proprie risorse integrando i servizi presenti, operando risparmi sulla spesa farmaceutica, ricorrendo alla riscossione di imposte su servizi non essenziali o non urgenti: a questo proposito siamo disponibili a fornire le nozioni di cui disponiamo per cultura e pratica professionale
In merito a tali considerazioni chiediamo con urgenza un incontro con le S.L. al fine di chiarire:
1. Le modalità con cui la profilata legge di modifica dell’assetto organizzativo del SSR, delineato dalla legislazione vigente, possa scavalcare il mandato costituzionale del SSR stesso
2. Le modalità con cui si intende modificare lo status giuridico di dipendenti pubblici dei lavoratori di S. Carlo di Voltri
3. Le modalità con cui si intende rispondere al fabbisogno degenziale dei cittadini malati, poveri, vecchi e soli, o tutte queste cose insieme, la cui tutela è l’obiettivo primo del SSR.
Data l'importanza delle questioni, in mancanza dell'apertura di un confronto, valuteremo tutte le iniziative necessarie a sostenere le nostre richieste.
In attesa di un sollecito riscontro, porgiamo cordiali saluti.
Genova, 16 novembre 2010
p. RdB/USB Medici Liguria
Clizia Nicolella
p. Federazione Regionale RdB/USB Liguria
Maurizio Rimassa
Aldo Cardino