In questi mesi abbiamo assistito ad un grosso scontro tra amministrazione e lavoratrici per applicazione della nuove norme sui nidi che prevedono l’innalzamento del rapporto educatrice/bambino e la diminuzione dei mq a disposizione di ogni bambino.
Le lotte delle lavoratrici hanno messo in grande difficoltà l’amministrazione tanto che ancora oggi la legge regionale 12/2011 non è ancora entrata in vigore.
Nonostante ciò le difficoltà sono molte perché le disposizioni ambigue del dipartimento XI ai municipi, hanno dato ai direttori la possibilità di libera interpretazione delle norme e, laddove i direttori hanno un indirizzo tragicamente brunettiano (ad esempio il 5° o il 4° municipio), si è creata una situazione ingestibile ed estremamente difficoltosa per il personale precario con ricadute negative complessive per il servizio.
Non è a caso che in questo contesto si sia chiuso ieri l’accordo per l’attuazione del punto 2.4.1 del CCDI del 23/12/2010 “indennità di specifiche responsabilità per il personale in categoria C profili educatrice di asilo nido e insegnante della scuola dell’infanzia”.
Della serie: “diamo adesso un po’ di soldi (sono sempre quelli dello scorso anno) e forse riusciremo a far digerire meglio la polpetta avvelenata del rapporto 1/7 di media alle educatrici dei nidi”.
Come ricorderete il punto 2.1.4 del CCDI prevede infatti il pagamento di una indennità per specifiche responsabilità di euro 1.300 annui da corrispondere in dodici mensilità con decorrenza 15/12/2010. Tale indennità, che può essere considerata una specie di risarcimento danni per la mancata progressione verticale del personale scolastico educativo, sarà erogata solo ad un contingente di 2000 unità suddiviso in rapporto proporzionale agli organici dei settori di competenza.
Il numero delle insegnanti e delle educatrici ammonta a 5.635 unità, i conti sono presto fatti: da questa indennità saranno escluse 3635 lavoratrici.
Inoltre il personale delle scuole dell’infanzia è rappresentato da un contingente più vasto rispetto a quello dei nidi il che significa che una fetta più grossa andrà alla scuola dell’infanzia nonostante negli asili nidi vi sia un numero di dipendenti più anziane inquadrate in categoria C5.
L’accordo di ieri inoltre non promette nulla di buono rispetto all’interpretazione:
· le graduatorie avranno valore dal 15/12/2010 al 30/6/2012
· il punteggio sarà di 2,5 punti ogni due anni di servizio a partire dalla data di immissione in ruolo
· si farà una graduatoria provvisoria e si avranno 15 giorni per gli eventuali reclami
· entro il 10 dicembre ci sarà la graduatoria definitiva con congelamento dei casi dubbi
· se ci sono delle cessioni dal servizio effettivo della mansione durante il periodo di validità della graduatoria (tranne i distacchi temporanei non superiori a tre mesi) l’incarico cessa e passa al dipendente successivo in ordine di graduatoria.
Ma allora questa indennità sarà percepita anche da chi nel corso degli anni era occupata in altre mansioni? Ci vengono in mente i casi di distacchi politici, sindacali: saranno calcolati come anni di servizio nella mansione anche quelli in distacco? E chi nel periodo di validità della graduatoria è in maternità sarà esclusa?
Condividiamo la gioia per la buona sorte delle 2000 fortunate che avranno l’indennità, ma continuiamo a pensare che forse avrebbero dovuto ascoltare le lavoratrici: investire questi soldi per avviare una vera riqualificazione del settore, usarli per assumere un po’ di precarie o, almeno, creare un meccanismo di distribuzione che coinvolgesse tutte le lavoratrici.
L’amministrazione e i sindacati, che si preparano a nuovi devastanti compromessi ammazza asili, sappiano che non saranno queste inutile prebende mal distribuite a fermare la lotta delle lavoratrici sempre più disincantate e soprattutto sempre più informate.
NO ALL’APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE SUI NIDI!
NO ALLE ESTERNALIZZAZIONI E ALLA PRECARIETA’!
DAI FORZA AL SINDACALISMO DI BASE! ALLE RSU VOTA USB!