Sono almeno 15 mila le persone che hanno sfilato per le vie di Roma per chiedere il riconoscimento del diritto alla casa e la fine delle politiche della precarietà, della discriminazione contro i migranti e gli spazi sociali.
«Non c’è sicurezza senza diritti», è scritto su uno striscione che riassume il corteo partito dall'occupazione dell'ex-ospedale Regina Elena, a Roma.
Molte migliaia di persone hanno attraversato il quartiere San Lorenzo e poi la zona di piazza Vittorio, accompagnati dalla musica dei sound system dei centri sociali romani che, assieme alle associazioni di migranti, hanno organizzato il corteo di oggi, per chiedere diritti, casa e opporsi a qualsiasi discriminazione, come quella che nelle ultime settimane ha colpito i rom. Anche loro sono nel corteo.
L'intervento al microfono da uno dei camion dei centri sociali romani, ha sottolineato come la manifestazione di oggi è un evento importante, perché ha messo assieme, finalmente, soggetti e reti sociali rimasti divisi e lontani negli ultimi anni.
Centri sociali e reti dei migranti, innanzi tutto, ma anche movimenti per la casa e contro la precarietà.
Massiccia e caratterizzante è stata la presenta dell'AS.I.A. e dei Blocchi Precari Metropolitani.
.
Galleria fotografica agenzia Eidon
15 giugno 2008 - Corriere della Sera
Manifestazione Dal Castro Laurenziano a piazza Venezia
«Un milione di alloggi subito» Sfilano famiglie e centri sociali
di Ilaria Sacchettoni
Roma - La danza metropolitana per una casa popolare («Un milione di alloggi subito!») parte lentamente dai fabbricati del Castro Laurenziano e si assesta su via Tiburtina, dentro la città universitaria, nella quale un posto letto ha raggiunto i 4-500 euro mensili, spesso esentasse (come l'operazione «Domus Aurea» della finanza ha dimostrato due anni fa). Esc, Acrobax, Forte Prenestino, Angelo Mai, Brancaleone, i Sans papier, il Villaggio Globale, Corto Circuito, Decolliamo e altri centri sociali sfilano dietro la guida versatile di un furgone che diffonde rap e spilla birra (2 euro al bicchiere).
La bandiera del corteo sono due anziani inquilini di via dei Colli Portuensi, a cui Unicredit ha dato l'ultimatum un anno fa: comprare o andare. Quattro di loro sono al quinto giorno di sciopero della fame e due sono qui al corteo, l'ottantaduenne Maria Genovese («Se devo morire sotto un ponte, preferisco farlo di fame in casa mia») e il settantacinquenne Pietro Frollà.
Ma da quando la protesta era stata indetta un mese fa, altre cose sono accadute e all'identità iniziale del corteo «antisgombero, antisfratto, antiprecariato » si è aggiunto altro. Gli slogan anti-ronde, il mal di pancia contro il pacchetto sicurezza, la malinconia per l'unico «Che» trionfante in città: quello tatuato di Dario Chianelli, «vendicatore» al Pigneto.
Sfila l'assessore provinciale al Lavoro e Formazione Massimiliano Smeriglio: «Sono qui per i diritti di tutti, contro ronde, sgomberi e impulsi di pancia ». L'assessore regionale al Bilancio, Luigi Nieri, con (buone) notizie sull'Ater: «Non fallirà. Abbiamo già intrapreso un percorso per evitare il disastro ». Sarebbe pronta l'iniezione salvifica per l'ex Iacp: Marrazzo e Alemanno ne hanno già parlato. Il corteo sale su per l'Esquilino, che aggiunge ancora alla sua rappresentanza multietnica (Tanzania, Senegal, Cile, Perù, Eritrea, Marocco, Tunisia, Ucraina) per poi concludersi in piazza Venezia. «Affitti da rapina, mutui insostenibili, stipendi da fame»; «Non c'è sicurezza senza diritti »; «Alemanno: noi ci siamo ancora!»; «Okkupiamo tutto», «Qui giace il consiglio comunale e la democrazia».
Ci sono le famiglie in lista per una casa comunale e occupanti dell'ex cinema Rialto, quelle dell'ex Regina Elena e quelle dell'edificio di via Spalla. Ma c'è anche Asia rappresentanze di base, Action, e il Blocco Precario Metropolitano. Diecimila dicono loro, mentre il corteo (super monitorato dalle forze dell'ordine) si scioglie ai Fori Imperiali.