Nella giornata di lunedì 16 abbiamo dovuto assistere all’ennesima, assurda e vergognosa situazione di discriminazione dei lavoratori stranieri in Italia. M. è una richiedente asilo colombiana, lavoratrice con contratto regolare, ed era riuscita ad aprire un conto di base alle Poste a fine agosto ma si è vista rifiutare le operazioni sul suo conto secondo una lettura aziendale della norma che riguarda i richiedenti asilo.
L’azienda Poste Italiane, infatti, ha un manuale interno in cui la norma viene interpretata in maniera restrittiva tanto da negare l’apertura o l’utilizzo del conto di base a persone richiedenti asilo che lavorano regolarmente. Sono centinaia i casi incontrati da USB in questi mesi in cui le persone hanno visto cancellare il proprio contratto, oppure hanno dovuto declinare un'offerta di un lavoro a causa dell’assenza di un IBAN dove ricevere lo stipendio.
Già in due occasioni nei mesi scorsi le comunità straniere di Roma, insieme a USB, hanno organizzato presidi nei principali uffici postali della città per denunciare la situazione di ingiustizia che subiscono i richiedenti asilo. La situazione di M. è emblematica: una situazione paradossale in cui una persona regolare a tutti gli effetti è intestataria di un conto, ha ricevuto il suo stipendio sullo stesso e poi si trova impossibilitata e ritirare i suoi soldi, venendo gli stessi di fatto trattenuti dall’istituto.
Per oltre 1 mese M. si è presentata da sola alle Poste per cercare di ritirare i suoi soldi senza riuscirci e senza poter prendere i soldi che servono al suo sostentamento. Così, nella giornata di lunedì 16, si è recata alle Poste di via Taranto a Roma, accompagnata da un operatore legale del sindacato USB e da un rappresentante delle comunità straniere della capitale per rivendicare i propri diritti.
Inizialmente la direttrice ha negato la possibilità dell’utilizzo del conto ribadendo la lettura da parte dell’azienda Poste, di fatto negando a M. di poter ritirare i suoi soldi. In seguito a questo diniego la delegazione è stata costretta a chiamare le forze dell’ordine, per procedere alla denuncia di sottrazione della somma che spettava alla lavoratrice. In seguito alla minaccia di denuncia ed in seguito all'arrivo e all’intervento della polizia in loco, la direzione dell'ufficio postale ha quindi deciso di cambiare linea e di procedere alla consegna della somma richiesta e alla riattivazione del conto.
Questa vicenda dimostra come l’atteggiamento di Poste e di altri istituti bancari nei confronti dei richiedenti asilo sia contro la legge: il conto di base si può e si deve aprire e se ne deve permetterne l’utilizzo! Ci dimostra anche come alzare la testa e rivendicare i propri diritti paghi.
La lotta per il diritto al conto di base per i richiedenti asilo non si fermerà a queste singole, seppur importanti, vittorie ma proseguirà con altre mobilitazioni. L’obbiettivo è quello di arrivare al cambiamento dello stato di cose presenti, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati che saranno chiamati a risolvere una situazione ingiusta e assurda che colpisce una fetta della popolazione straniera residente a Roma e nel resto d'Italia.
Invitiamo i cittadini stranieri interessati a contattare le nostre federazioni per far valere i propri diritti: uniti si vince!
USB Roma