Una decina di scalini separano l'ascensore dal piano terra e per Tina sono come affrontare una montagna ogni volta che deve uscire di casa, ed è impossibile farlo senza l'aiuto di qualcuno per portargli giù la carrozzella
“Se l'ascensore arrivasse al piano terra io sarei autonoma, potrei uscire e rientrare a casa mia senza dover cercare l’aiuto di nessuno”. Costantina De Lorentis non sa più a chi appellarsi. Vive in questo alloggio popolare, nel quartiere di Colli Aniene, da 18 anni. Gli ultimi 11 senza la gamba sinistra, amputata a causa di una forte ischemia.
Ha 61 anni e la grinta di una ragazzina, con la voglia di poter vivere la sua vita in autonomia, poter andare a fare le visite mediche senza ansie e andare a trovare i suoi nipoti. Ma quella rampa di scale che separa l’ascensore dal piano terra per lei è diventata un incubo. Costretta a farsi portare giù la carrozzina da qualcuno affrontando le scale con una sola gamba, e con la forza delle braccia sullo scorrimano.
“I lavori dentro casa li ho fatti io, allargando le porte e sistemando il bagno in maniera tale che posso muovermi con la carrozzina senza problemi - spiega Costantina -. Ma fuori di qui diventa difficile. Sono stata una settimana senza uscire di casa perché non ho avuto assistenza, e in questa situazione ce ne sono altri tre, disabili anche più gravi. Dobbiamo vivere agli arresti domiciliari perché nelle case del comune non si abbattono le barriere architettoniche? Assurdo”.
“Inizialmente le proposi di fare la richiesta per un cambio alloggio - dice Michelangelo Giglio di Asia Usb -. Ma mi sono subito reso conto che non va bene per lei, non solo per le spese che ha sostenuto per rendere la sua casa accessibile, ma anche perché alla sua età, una donna sola, ha bisogno di restare nel quartiere dove ha vissuto così tanti anni”.
La richiesta è che vegano eseguiti i lavori per fare in modo che l’ascensore arrivi fino al piano terra, in alternativa una rampa mobile: “Un tempo qui eravamo solo giovani coppie, ma ora stiamo diventando anziani e questo problema rischia di ricadere su molti altri inquilini - continua Tina -. Spero che il mio appello non resti inascoltato”.