Ci sono voluti 4 lunghi anni per ottenere giustizia ma alla fine ci siamo arrivati.
Questa la storia: alle elezioni RSU del 2004 la Commissione Elettorale (composta da rappresentanti di tutte le Organizzazioni Sindacali) adottò un criterio di calcolo per l’attribuzione dei seggi diverso da quello previsto dalle regole (solo noi lo contestammo e votammo contro). In sostanza utilizzò un metodo di ripartizione truffaldino che, giocando sui numeri dei voti utili e dei votanti effettivi, produceva un calcolo alterato che premiava, guarda caso, alcuni sindacati (cgil e cisl in particolare) e danneggiava RdB.
Con la sentenza n. 4651/08 (Rep. Gen. 215422/05) il Tribunale di Roma – 4^ Sezione Lavoro ha accolto il nostro ricorso e ha dichiarato che “ il numero dei componenti la RSU del Comune di Roma deve calcolarsi in base al quorum individuato dividendo il numero complessivo dei votanti per il numero dei seggi e, per l’effetto, dichiara l’illegittimità della decisione della Commissione Elettorale di attribuire 3 seggi anziché 4 alla ricorrente O.S. e l’illegittimità della nomina a componenti della RSU di Basconi Angelo e Primini Giuseppe.”
Il Giudice, Dott.ssa Giovanna Ciardi ha condannato “la CGIL-FP di Lazio e Roma, la CISL-FPS, la UIL-PA, la Fedep-UGL e la Commissione Elettorale per l’elezione delle RSU nel Comune di Roma, in solido, al pagamento delle spese processuali, che liquida in complessivi € 3000…”.
Seppur tardiva questa sentenza stabilisce un principio importante circa il rispetto delle regole. Principio troppo spesso calpestato per piegare a proprio vantaggio il risultato elettorale (un imbroglio del genere accadde presso il Ministero delle Infrastrutture nel 2004 in cui addirittura non si votò).
L’arroganza e la prepotenza dei soggetti sindacali condannati, fa il paio con il pilatesco –o di parte?- comportamento del Comune di Roma, che troppo spesso abbiamo visto ignorare o far finta di non vedere (in qualche caso avallare) veri e propri soprusi.
Ancora una volta vogliamo comunque ribadire ai Lavoratori e alle Lavoratrici che i diritti non si ottengono con i tribunali, ma intervenendo nel proprio specifico posto di lavoro, con l’azione incessante e continua nei confronti delle controparti, sia chi si mette di traverso, sia esso il padrone, o l’organizzazione sindacale complice.
I nostri legali stanno ora valutando se ricorrano i presupposti per invalidare gli atti sottoscritti dai predetti RSU e anche la legittimità del coordinatore (che venne eletto per un solo voto di scarto). Allo stesso tempo valuteremo se ci sono le condizioni per ottenere un risarcimento – a carico dei condannati – del danno morale e materiale per il minore quantitativo di permessi utilizzati, per la mancata contrattazione e per il ridotto proselitismo.
Il migliore risarcimento però, sarà dato dalla sempre maggiore adesione dei Lavoratori e delle Lavoratrici alle idee e ai contenuti di cui RdB si fa portatrice.