A detta delle grandi sigle sindacali che si fregiano della rappresentatività, il sindacalismo di base non ha potere. Quante volte li abbiamo sentiti dire alle lavoratrici del Comune di Roma che USB non è rappresentativa, quindi non può determinare le loro sorti e difendere i loro diritti, quanto invece possono fare loro. E ripetendo questa litania li abbiamo visti firmare accordi al ribasso (come quello falso sulle progressioni orizzontali per il personale neo assunto “buggerato” dalla progressione per pochi giorni) e rimanere inermi di fronte al sistematico smantellamento del welfare ed alle politiche di esternalizzazione selvaggia.
Ma i fatti parlano chiaro! E’ ormai sotto gli occhi di tutti che USB si muove ed è in grado di smuovere, sia a livello locale che nazionale!
La nota del Dipartimento Risorse Umane di Roma Capitale, allegata, con cui si comunica che verranno riconosciuti gli anni di precariato del personale assunto in ruolo, ai fini della progressione orizzontale, è arrivata due giorni dopo che USB ha depositato alla Commissione Europea una denuncia di infrazione contro Roma Capitale, rifacendosi alla stessa direttiva Europea (99/70) citata nella nota. I fatti denunciati comprendono la mancata assunzione dei precari dopo la reiterazione dei contratti per tre anni, il mancato riconoscimento degli anni di precariato ai fini della progressione di carriera e del diritto di voto in occasione delle elezioni RSU. Crediamo che questa nota vada considerata come una prima risposta alle tante lotte e iniziative, anche legali, messe in campo dai lavoratori organizzati con USB e auspichiamo che funga da apripista per le infinite vertenze precarie esistenti in Italia.
USB ha sostenuto con convinzione le lotte messe in campo che hanno favorito la partecipazione diretta dei lavoratori nella certezza che non ci si fermerà di fronte ai confini che istituzioni e sindacati concertativi vorrebbero imporci. Non abbiamo che i nostri diritti di lavoratori e lavoratrici da difendere, non abbiamo azioni, appalti o altri interessi collaterali che potrebbero prendere il sopravvento in qualche segreta stanza dei bottoni…
Ora tocca a ciascun lavoratore e a ciascuna lavoratrice scegliere schierarsi apertamente smettendo - una volta per tutte - di foraggiare e delegare chi, avvalendosi di una rappresentanza solo formale, sta sistematicamente svendendo i nostri diritti!
E’ ora di dare una scossa a chi ci governa e far capire con forza che i lavoratori non sono disposti a pagare una crisi che non hanno provocato. E’ il momento di riempire le piazze e inondare le strade con le nostre parole d’ordine: rinnovo dei contratti, assunzioni, diritto al welfare, alla salute e a una vita dignitosa.