Centinaia in piazza del Campidoglio per opporsi all’ennesimo regalo a costruttori, speculazioni e poteri forti da parte del Comune di Roma.
Dopo i tentativi di vendere ai privati un ulteriore pezzo di Acea per fare cassa, la Giunta Alemanno ci sta riprovando. La giunta ha infatti approvato una delibera sulla dismissione del patrimonio di Roma Capitale per racimolare circa 200 milioni di euro che servono a sostenere le casse comunali depauperate ed esauste. Insieme ad un bilancio che fa tremare i polsi, con tagli pesanti al welfare cittadino, all’istruzione, alla cultura, allo sport, alla tutela del verde e alla gestione dei rifiuti, si mettono in vendita case popolari, immobili e aree pubbliche. Una messa in vendita complessiva della città, un nuovo banchetto al quale sono invitati piccoli e grandi pescecani del profitto e della speculazione. In particolare c’è quel “dettaglio” sulla vendita delle aree pubbliche destinate all’ERP (edilizia popolare) ai costruttori, un passaggio che metterebbe definitivamente una pietra sopra a ogni intervento abitativo per cominciare a rispondere all’emergenza abitativa che a Roma continua a riguardare migliaia e migliaia di famiglie. Con lo slogan “No alla vendita del patrimonio pubblico”, oggi pomeriggio i movimenti per il diritto all’abitare hanno chiamato la città ad una mobilitazione generale in Campidoglio, per fermare questi scellerati provvedimenti che sembrano suggellati dal “Patto della Carbonara” con il principale partito dell’opposizione, un patto che sarebbe nato da una cena a Campo de’ Fiori tra Alemanno, Gramazio del centro-destra e il capogruppo del Pd Maroni. Attivisti, inquilini, sfrattati organizzati nei movimenti di lotta per la casa, oggi pomeriggio hanno prima occupato un cantiere sulla piazza sottostante il Comune, poi sono riusciti a ottenere per oggi un incontro con i partiti dell’opposizione e lunedì con l’assessore al patrimonio Funaro. L’obiettivo è quello di mettersi di traverso al Patto della Carbonara incalzando sia l’opposizione che la maggioranza. “Questo nuovo assalto alla diligenza con la vendita persino dei gioielli di famiglia va fermato, ora e subito. A dispetto delle tante chiacchiere sulla trasparenza che sentiamo in questi giorni, sono solo i fatti che contano” denunciano i movimenti di lotta per la casa che stanno manifestando in Campidoglio “Il gran banchetto sulla nostra pelle non sembra di fatto finito. Per questo ci riapproprieremo dei diritti che ci vengono negati, dei beni comuni, della libertà di movimento, del reddito che ci viene tolto, delle nostre vite precarie e in vendita, del costruito sfitto che dilaga tra mille gru in tutta la città. La violenza che stiamo subendo supera ogni soglia di tolleranza, è ora che il grido di rabbia e di dolore di una città saccheggiata si faccia sentire con forza”.