Si è chiusa da poche ore la partita sul piano assunzionale 2012 che ha detto la parola fine anche alle progressioni verticali. La nostra sensazione è che gli idonei dei concorsi interni siano stati usati come merce di scambio per chiudere altre partite di interesse politico e/o sindacale. Assieme a loro pagheranno un prezzo anche le educatrici dei nidi (sia del corso-concorso che del concorso pubblico) e la cd. quarta fascia della scuola dell’infanzia.
Ai dipendenti capitolini che solo pochi giorni fa mandavano e-mail con commenti inerenti la trattativa sindacale in corso sullo scorrimento delle graduatorie delle progressioni verticali del 2010, segnaliamo che le loro minacce non sono minimamente state prese in considerazione al tavolo negoziale e (come ormai accade abbastanza di consueto) ci siamo trovati in beata solitudine a sostenere la loro posizione. La loro incitazione alla protesta o la proposta di cancellazione dal sindacato di appartenenza ha prodotto solo l’aumento della posta da parte sindacale.
Suggeriamo però a tutti di tornare con la mente al dicembre 2009. Cioè a quando furono concordate le assunzioni per gli anni 2010-2011-2012 e, tra esse, le progressioni verticali, così come i criteri inerenti i punteggi dei titoli. Chi ora si indigna (e s’indignerà ancora di più) per l’andamento dell’attuale trattativa, dimentica che, anche nel dicembre 2009, i rappresentanti USB furono i soli a non firmare quell’accordo. Il nostro obbiettivo, ora come allora, era, ed è,quello di garantire, quanto più possibile, percorsi di progressione con automatismi e criteri oggettivi e trasparenti, tali da impedire favoritismi e competizione tra colleghi. E per quanto riguarda il precariato ridurre ai minimi termini la sua consistenza attraverso percorsi di stabilizzazione.
Invece l’effetto distorto della politica della concertazione lo troviamo negli eventi emersi in AMA pochi giorni fa. Che effetto procurano ai lavoratori? Ci lasciano più scandalizzati o indifferenti?
L’ indifferenza e lo scandalismo però non bastano di fronte agli scandali che pervadono quotidianamente la scena politica e che toccano anche il mondo sindacale. Rischia di riprodursi quanto accadde nel 1992 quando gran parte del paese – consapevole di quello che succedeva nei Partiti – conviveva con quel sistema, salvo poi scendere in piazza a lanciare monetine. Ci indigniamo e protestiamo verso chi evade il fisco, ma siamo disposti a rinunciare alla fattura pur di risparmiare qualcosa (e pensando che lo Stato dovrebbe essere meno sornione con i grandi evasori).
Le critiche oggi rivolte ai sindacati della concertazione rischiano di apparire come una sorta di vendetta per non aver ottenuto la progressione verticale da parte di chi l’aveva garantita (e ci aveva costruito anche una sostanziosa campagna elettorale per le RSU).
Abbiamo il timore che chi ora sta protestando a gran voce potesse accontentarsi anche di un minimo scorrimento, fregandosene di chi viene dopo.
Così non si va da nessuna parte: USB continuerà a mettere davanti a tutto gli interessi collettivi di tutta la categoria, piuttosto che quelli di questa o quella fazione. O di un’intera classe sociale come ha dimostrato la recente manifestazione NO MONTI DAY del 27 Ottobre.
Così è per le progressioni verticali con le soluzioni più volte rappresentate: scorrimento delle graduatorie per tutti i posti disponibili e provvedimenti legislativi, o statutari, o regolamentari per i posti che mancano. Così è per i concorsi pubblici e per la trasformazione dei rapporti di lavoro precario. Però bisogna cambiare modelli: a partire da quello sindacale.
USB propone un modello sindacale fatto di lotte per i diritti di tutti e non di corse all’accaparramento. Un modello solidale in cui nessuno è lasciato indietro. Chi vuole un sindacato diverso sa dove trovarci e come sostenerci.
USB: IL SINDACATO CHE SERVE