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Roma

Roma. NIDI: ALEMANNO APRA CONFRONTO VERO SULLA BASE DI COSTI VERIFICATI. Altrimenti saranno genitori ed educatrici a buttarlo "fuori dal nido"

Roma,

I costi dei nidi convenzionati del Comune di Roma, resi noti dal Sindaco Alemanno, appaiono più bassi di quelli dei nidi comunali perché includono strutture che nidi non sono, come gli spazi be.bi., dove ai bimbi non viene fornito il pasto, dove non possono dormire e dove sono accolti al massimo per 5 ore al giorno, determinando un costo medio che si aggira attorno ai 7.000 Euro a bambino. Non è dunque appropriato contrapporli ai 12.000 Euro a bambino spesi nei nidi comunali. Bisogna invece considerare che il costo dei nidi in concessione supera gli 11.000 Euro a bambino, per strutture che si avvalgono di personale a termine pagato con contratti di importo più basso del 20-30% rispetto a quello comunale.

In secondo luogo nonostante le nostre denunce dello scorso anno, figurano ancora a carico del costo complessivo dei nidi 158 educatrici, in parte impiegate presso altri settori amministrativi del Comune perché le condizioni fisiche non consentono più loro di lavorare nei nidi, mentre altre sono comandate presso qualche segreteria politica. Solo questo basterebbe a far risparmiare oltre 5 milioni di Euro l’anno abbassando il costo dei nidi pubblici.

Abbiamo infine accertato che la stretta sulle supplenze non ha prodotto alcun risparmio, a causa di una organizzazione quasi borbonica che non ha attivato alcun meccanismo di controllo interno. E’ il caso dell’astensione dal lavoro per le maternità a rischio, i cui costi sono per l’80% a carico dell’INPS. Inspiegabilmente il Comune, che anticipa tali somme, non reinveste nell’impiego delle supplenti, producendo una duplicazione del costo del personale e nessun introito derivante dalle restituzioni operate da parte dell’INPS.

A questo punto è necessario che il Sindaco si renda disponibile a un confronto vero sulle nostre proposte, istituisca la commissione di verifica sui costi reali dei nidi chiesta unanimemente dal Consiglio comunale lo scorso anno, anziché criminalizzare chi lotta per un servizio pubblico di qualità. In caso contrario, se pensa di cavalcare la sua personale campagna elettorale con lo smantellamento dei nidi comunali, saranno genitori ed educatrici a buttarlo "fuori dal nido".