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Roma

Roma. Prosegue il gioco delle finte relazioni sindacali: dagli accordi preelettorali con Alemanno al primo accordo "balneare" dell'era Marino

Roma,

In allegato l'accordo sottoscritto

Il giorno 5 del mese agosto 2013, in piena canicola estiva, su convocazione dell’Amministrazione capitolina, si svolge un incontro tra la delegazione sindacale e quella che dovrebbe essere la controparte datoriale, avente all’ordine del giorno nientedimeno che il “Nuovo ordinamento di Roma Capitale”.
Fuori da ogni ironia, nulla da dire sulla tempistica. Trattandosi di materia tanto complessa, la convocazione è parsa un ottimo segnale che sembrava attestare la volontà dell’Amministrazione di iniziare prima possibile il confronto su una tematica tanto complessa che certamente dovrebbe dovuto impegnare per un periodo non breve le migliori risorse e la massima attenzione sia da parte sindacale che datoriale.


Ed in effetti la riunione, benché iniziata (come al solito) con una buona oretta di ritardo, sembrava avviata sul binario giusto … visto che i rappresentanti dell’Amministrazione introducevano l’argomento sottolineando la necessità di capovolgere l’impostazione precedentemente tenuta sull’argomento, troppo spesso basata su progetti completamente avulsi dalla realtà operativa delle strutture capitoline. Ne derivava che, questa volta, si sarebbe partiti dalla reale condizione operativa e dalle specifiche condizioni e difficoltà vissute dai Municipi, giustamente considerati l’asse portante della “mission” dell’Ente e il terreno su cui la nuova Amministrazione metterà in gioco la sua capacità di corrispondere in modo pieno alle esigenze rappresentate dai cittadini.


 Finalmente si prendeva atto della complessità delle funzioni gestite dalle strutture territoriali, e del fatto che inevitabilmente altre ne dovranno essere decentrate, anche a seguito dello sviluppo applicativo dei decreti su Roma Capitale e della complessiva ridefinizione delle ulteriori competenze trasferite dalla Regione alla nuova Città metropolitana. Conseguentemente, si usciva di slancio dalle vecchie chiacchiere economicistiche - sulla necessità di contenere la dotazione organica complessiva in relazione all’esigenza di ridurre i costi - alludendo chiaramente, al contrario, alla sostanziale carenza di personale nelle strutture territoriali, facendo anche riferimento alle reali dimensioni (sia territoriali che in termini di popolazione) dei 15 Municipi, commisurandoli ai più grandi comuni italiani.


Tutto bello, tutto condivisibile, soprattutto perché non mancava il dovuto accenno autocritico all’eccessiva “frettolosità” con cui nel passato anche recente si era incautamente affrontata questa stessa problematica.


A quel punto siamo rimasti sorpresi di noi stessi nel pensare “Accidenti! Vuoi vedere che finalmente abbiamo di fronte un’Amministrazione che ha le idee chiare e vuole affrontare il passaggio epocale ad una nuova organizzazione di un Ente tanto complesso con il giusto metodo, fondato sull’approfondimento condiviso di tutti gli aspetti  del problema e sul rispetto dei tempi di elaborazione ed applicazione delle tutt’altro che superficiali innovazioni, ecc. ecc.?”


Deve essere stato l’effetto di uno dei tanti “colpi di calore” di cui sono ricche le cronache meteorologiche di questo periodo. Infatti, due battute finali … E voilà … Il gioco è fatto. Si torna immediatamente con i piedi per terra. Anzi, con tutto il corpo immerso nella vecchia e arcinota palude.


Infatti le conclusioni, da parte dell’Amministrazione, sono improvvisamente diventate quelle di sempre: c’è comunque la necessità di non perdere tempo; in fondo, sono già disponibili i dati occorrenti ad avere cognizione certa della condizione dei Municipi e della loro attuale configurazione organizzativa (di passaggio, si dà per consolidata la prima fase di accorpamento dei municipi unificati … E quindi, via con la seconda fase); d'altronde nell’incontro di venerdì 2 agosto, riguardante l’area della Dirigenza, si è già deciso di istituire delle commissioni tecniche; comunque l’Amministrazione è disponibile a condividere l’elaborazione di una proposta su cui avviare un confronto conclusivo con le Organizzazioni sindacali; in  conclusione, l’obiettivo è andare a regime entro il mese di ottobre o, quantomeno arrivare ad una proposta compiuta di nuovo modello organizzativo (!!!).


Detto … Fatto! Non si trattava di una proposta di avvio di un percorso di serio approfondimento, ma si propone addirittura la sottoscrizione di un verbale di accordo in tal senso.


Ovviamente indigeribile, per quanto ci riguarda … pura follia. Ce ne andiamo.
Tutti gli altri convenuti di parte sindacale avrebbero poi deciso, evidentemente, che in fondo … Che male c’è. E, bontà loro, hanno firmato.  Che cosa? E’ presto detto. Da questo punto di vista il verbale è chiarissimo.


Le parti concordano, altresì, sulla necessità di stabilire fin d’ora la data di convocazione del tavolo tecnico, nonché le successive scadenze dei lavori, come di seguito indicato;


-    16 settembre 2013, avvio dei lavori, primo confronto sui Municipi accorpati;


-    9 ottobre 2013, confronto sul complesso dei Municipi;


-    31 ottobre 2013, condivisione di una proposta di modello organizzativo in relazione all’esercizio delle nuove funzioni amministrative attribuite dallo Statuto;

- chiusura dei lavori.

 


Il tutto, ovviamente, dopo aver affrontato e sviscerato le problematiche concernenti le seguenti quisquilie:


-    Assetti organizzativi e funzionali ivi compreso l’impatto sulle procedure;


-    Dotazioni organiche di dettaglio;


-    Assetto delle sedi.


Come dire … E che ce vò?


Lanciamo un sondaggio tra i colleghi dei Municipi (in particolare quelli “accorpati”). Secondo voi che sarà: follia estiva, incoscienza, malafede, uno scherzo, una sòla monumentale … o cos’altro?

Buona conclusione delle ferie a tutti.