Occupazione lampo di "Action" in uno stabile abbandonato in via Ostiense. Lanci di bottiglie e cariche. La Questura: "Alcuni fermati"
di VIOLA GIANNOLI
Tensione, caos e scontri con la polizia in via Ostiense, a Roma, dove Action aveva tentato di occupare uno stabile vuoto. Sul posto, con diverse camionette, si sono recati agenti della polizia per eseguire lo sgombero. Lanci di bottiglie nei confronti delle forze dell'ordine, barricate improvvisate con i cassonetti della spazzatura, cariche e idranti. Chiusa al traffico la strada nei pressi della Basilica di San Paolo. Alcuni manifestanti sono stati feriti alla testa dalle manganellate, altri contusi. Sul posto sono arrivate anche due ambulanze. Fermati anche degli attivisti la cui posizione è al vaglio della Questura.
"Le famiglie sgomberate la scorsa settimana da villa Lauricella hanno rioccupato questa mattina a via Ostiense 333" avevano scritto gli attivisti di Action su Facebook poco prima dell'arrivo della polizia. Tra loro ci sono decine di italiani e migranti in emergenza abitativa e manifestanti della storica sigla romana dei movimenti per il diritto all'abitare. Dopo gli scontri le famiglie che erano entrate nell'edificio per occuparlo hanno inziato via via ad uscire. Il presidio si è poi ricompattato e dopo un'assemblea in strada ha raggiunto in corteo la più vicina fermata della metropolitana.
La Questura in un comunicato racconta che "le forze dell'ordine dopo ripetuti tentativi di mediazione da parte dei funzionari di polizia presenti sul posto e nonostante l'apertura di canali di dialogo con le Istituzioni competenti, che avevano dato la propria disponibilità, i manifestanti presenti in via Ostiense 333, hanno proseguito nell'azione illegale dell'occupazione abusiva costringendo all'intervento. In questa fase numerosi manifestanti travisati hanno lanciato oggetti contro le forze dell'ordine".
E in una nota diffusa in mattinata i manifestanti scrivevano: "In questi ultimi 13 anni, i movimenti di lotta per il diritto all'abitare, sono stati gli unici a costruire risposte e ad ottenere delibere. In un contesto di grave emergenza abitativa che tocca oltre 50.000 famiglie, grazie alla determinazione di centinaia di persone che si sono organizzate resistendo agli sfratti, occupando e manifestando,dopo anni di completa assenza della politica, la regione ha stanziato i primi 200 milioni di euro per l'attuazione di un piano per l'emergenza abitativa, soldi però fermi da oltre 2 anni. Due anni nei quali il Comune di Roma non ha fatto niente. A questo quadro di inquietante attesa, si aggiunge anche l'incapacità dei nostri amministratori di erogare fondi stanziati dal governo per la morosità incolpevole e per il contributo all'affitto, per oltre 200 famiglie sotto sfratto, mentre si chiudono le uniche strutture dove dimorano oltre 1500 famiglie in attesa di casa popolare". Per questo i movimenti avevano deciso di tornare a mobilitarsi occupando un edificio vuoto.
Ora sfidano il prefetto Franco Gabrielli: "Riapra i tavoli sull'emergenza abitativa - dice Andrea "Tarzan" Alzetta al megafono - o le soluzioni ce le continueremo a trovare da soli"