“Il taglio di circa 350 Euro nella busta paga di gennaio, che ha provocato la comprensibile rabbia dei dipendenti della Roma Tpl, è l’ennesimo atto di arroganza da parte del Consorzio, che fa leva sul ricatto ai lavoratori per risolvere i suoi conteziosi con le amministrazioni coinvolte nel servizio”, denuncia Walter Sforzioni, dell’USB Lavoro Privato.
“Riteniamo profondamente iniquo evidenzia il rappresentante USB - scaricare sui dipendenti il costo delle inadempienze contrattuali attuate sia dall’azienda che dalla Regione Lazio”.
“Questa vicenda conferma che il privato non funziona, e si regge soltanto su soldi pubblici – conclude Sforzini – ribadiamo pertanto la necessità che la gestione delle linee periferiche romane venga riportata interamente in mano pubblica, per dare garanzie a tutti i lavoratori ed ai cittadini della capitale, che meritano un servizio efficiente e di qualità”.
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