“I lavoratori non hanno bisogno del nuovo indice Istat per avere conferma che non arrivano più a fine mese: glielo dice, e non da oggi, direttamente il portafoglio. Per questo sosteniamo da tempo la necessità di reintrodurre la scala mobile, cioè un meccanismo di tutela automatica dei salari dall’inflazione” rispondIamo così a quanti in questi giorni demonizzano l’eventualità di una nuova scala mobile.
“Dal 1993 i salari hanno perso circa il 20% del proprio potere d’acquisto ed i contratti non restituiscono nemmeno l’inflazione reale. Questa è la drammatica situazione in cui viviamo da molto tempo ed oggi se ne rendono finalmente conto anche coloro che hanno procurato questo disastro, che dovrebbero però fare una sana autocritica e levarsi di torno”.
“Dopo il protocollo sul Welfare, che ha santificato per sempre la precarietà e aumentato l’età pensionabile per tutti, ora il rischio vero è che con gli incontri sulla riforma del modello contrattuale si continui pervicacemente ad attaccare ogni forma di tutela dei lavoratori. Ma non staremo a guardare mentre si smantella il Contratto nazionale. Già dal 5 marzo, data del prossimo incontro tra padroni e sindacati concertativi, cominceremo a protestare e a chiedere più salario, più sicurezza sul lavoro, una nuova scala mobile, il rafforzamento del Contratto nazionale di lavoro e la fine della precarietà. E questa sarà la nostra campagna elettorale indipendente”