“I lavoratori non hanno bisogno del nuovo indice Istat per avere conferma che non arrivano più a fine mese: glielo dice, e non da oggi, direttamente il portafoglio. Per questo sosteniamo da tempo la necessità di reintrodurre la scala mobile, cioè un meccanismo di tutela automatica dei salari dall’inflazione”, Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale della CUB, risponde così a quanti in questi giorni demonizzano l’eventualità di una nuova scala mobile.
“Dal 1993 i salari hanno perso circa il 20% del proprio potere d’acquisto ed i contratti non restituiscono nemmeno l’inflazione reale. Questa è la drammatica situazione in cui viviamo da molto tempo - prosegue Leonardi - ed oggi se ne rendono finalmente conto anche coloro che hanno procurato questo disastro, che dovrebbero però fare una sana autocritica e levarsi di torno”.
“Dopo il protocollo sul Welfare, che ha santificato per sempre la precarietà e aumentato l’età pensionabile per tutti, ora il rischio vero è che con gli incontri sulla riforma del modello contrattuale si continui pervicacemente ad attaccare ogni forma di tutela dei lavoratori. Ma non staremo a guardare mentre si smantella il Contratto nazionale”, annuncia Leonardi. “Già dal 5 marzo, data del prossimo incontro tra padroni e sindacati concertativi, cominceremo a protestare e a chiedere più salario, più sicurezza sul lavoro, una nuova scala mobile, il rafforzamento del Contratto nazionale di lavoro e la fine della precarietà. E questa sarà la nostra campagna elettorale indipendente”, conclude il Coordinatore CUB.
Aderente
alla FSM