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Economia e Finanze: Tesoro

SALARIO ACCESSORIO AL MEF E PIANO SOSTRUZIONI: UN GIOCO D'AZZARDO FINITO MALE… UNA TOPPA PEGGIORE DEL BUCO!

Roma,

Giovedì scorso, all’apertura della intranet del MEF, si è materializzato sugli schermi dei PC di tutte le lavoratrici e dei lavoratori il link che porta alla pagina per l’autovalutazione postuma (2 anni) della performance per l’anno 2018.

Il funzionamento complessivo del sistema della valutazione del MEF, sembrerebbe quindi essere giunto al termine dei lavori, magnificato dalla Amministrazione per la sua trasparenza e per l’integrità dei controlli interni che garantiranno la validazione alla performance del nostro Dicastero.

Il sistema di valutazione è la fase avanzata della destrutturazione di salario e diritti. La nostra Organizzazione Sindacale ha da subito contrapposto la devastante concretezza degli effetti di tale sistema, che produrranno nuove differenziazioni nei diritti generali e salariali dei lavoratori, alla “grande bellezza” del modello organizzativo generato dal sistema di valutazione, presentato dall’Amministrazione e caldeggiato da alcune OO.SS. che rivendicano la loro coerenza alla firma del CCNL Funzioni Centrali.

Anche i Dirigenti valutatori dovrebbero fare una riflessione sul nuovo ruolo, che snatura le loro funzioni istituzionali trasformandoli in grigi dispensatori senza testa di premi e punizioni.

Ribadita la posizione di USB in merito alla valutazione, in virtù di quanto detto, non vi è più alcun impedimento formale anche alla liquidazione dell’ultima quota di FRD (quella relativa alla performance individuale) auspichiamo che quanto più volte dichiarato dall’Amministrazione possa essere mantenuto dando corso al pagamento di questa fetta di salario, nonché del 20% ripartito secondo gli accordi delle diverse contrazioni di sede. Si concluderebbe così parte di una procedura che ha portato al blocco del salario accessorio per tutti i lavoratori del MEF.

Mancano, tuttavia, all’appello la liquidazione delle somme più importanti di salario accessorio ovvero CUT e comma 165 (così detta cartolarizzazione).

Le risorse del comma 165, già in forte ritardo rispetto agli anni scorsi, oramai ammantate di un “aura epica”, sembrerebbero quantificate, non senza difficoltà, dalla Ragioneria Generale ma il tutto sarebbe ancora fermo in quegli uffici e quindi nemmeno in embrione il DM di ripartizione!

Il clima di incertezza su quantificazione e liquidazione del salario accessorio sta causando  pesanti ripercussioni all’ordinaria conduzione della vita dei lavoratori.

Considerato che l’ultimo Contratto (già scaduto e avviato ad un rinnovo non dalle felici premesse) sebbene i trionfali annunci fatti dai sindacati sottoscrittori CGIL-CISL-UIL-UNSA-INTESA-FLP, non ha permesso nemmeno il recupero della perdita di potere d’acquisto, il salario accessorio è diventato un salvagente nell’economia di molte famiglie.

Di conseguenza, l’assoluta mancanza di garanzie di tempi certi e ricorrenti nella liquidazione di questi compensi, che di accessorio conservano solo il nome, incide negativamente sulla vita dei lavoratori del MEF determinando una condizione ormai insostenibile.

La USB MEF ha sempre sostenuto che il salario accessorio è un diritto dei lavoratori e non un obolo da elargirsi “prima o poi” e, in assenza di segnali concreti,  è pronta a chiamare i lavoratori alla mobilitazione.

La ormai cronica scarsa attenzione del MEF per i lavoratori è poi rappresentata plasticamente anche dalla gestione della vicenda del trasferimento di una parte dei lavoratori della Direzione dei Servizi del Tesoro al “piano sostruzioni” della sede ministeriale.

I risultati di questa operazione, così come è stata attuata, sono sotto gli occhi di tutti e basta leggere le richieste della RSU e dei RLS di sede (tra le quali segnaliamo la scarsa illuminazione naturale degli ambienti, la immissioni sonore sia dall’interno che dall’esterno e la presenza di un cantiere operativo nei giorni successivi al trasferimento) per capire che i locali non erano certo pronti a accogliere i lavoratori. Prendiamo atto dell’impegno, purtroppo tardivo, dell’Amministrazione a risolvere tutte le problematiche segnalate ma è indubbio che la conduzione della logistica e della tempistica sia stata del tutto sbagliata e estremamente approssimativa. Evidentemente il trasferimento delle Commissioni Tributarie e del Dipartimento delle Finanze nella sede di Via dei Normanni, con tutto ciò che ne è conseguito, non ha insegnato nulla a qualcuno che, nell’Amministrazione del MEF, sembra avere una vera e propria coazione a ripetere.

Nonostante tutto ciò, comunque, un primo risultato è stato raggiunto. L’operato della RSU e dei RLS della DST, a cui vanno ascritti tutti i meriti, ha acceso i riflettori e destato interesse sulle condizioni dei locali di tutto il piano sostruzioni, da anni occupati da Uffici ministeriali nel silenzio più assoluto di tutti gli organismi preposti.

Ovviamente la USB MEF continuerà a mantenere alto il livello di attenzione su questa vicenda fermo restando che, come già richiesto formalmente all’Amministrazione, è necessario ed auspicabile che si proceda a riallocare nella sede ministeriale i lavoratori che attualmente occupano il piano sostruzioni attivando un piano di riorganizzazione degli spazi.