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Sallca CUB. SCIOPERO DEL 30 APRILE DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO: UNA PRIMA VALUTAZIONE

Nazionale,

In allegato le foto del presidio

La prima sensazione dopo lo sciopero del 30 aprile, in attesa di recuperare dati più precisi, è che il primo appuntamento nazionale sulla vicenda della società consortile abbia ottenuto un risultato rilevante.

Il presidio davanti alla sede, durante l’assemblea degli azionisti, durato dalle 9,30 alle 12,00, ha visto partecipare circa 200 lavoratori e lavoratrici, le sue immagini sono passate nelle edizioni del TG3 regionale delle 14,00 e 19,30.

Dalle informazioni scambiate al presidio, risultava che nei poli consortili del Lingotto e di Moncalieri interi uffici erano rimasti deserti o semideserti e i primi dati confermano adesioni al 50%.

Notizie di partecipazioni significative arrivavano dai poli di Bari e Genova.

Ci sono giunte comunicazioni di buone adesioni negli uffici di sede e di alcune filiali chiuse, o aperte solo da giovani con contratti precari. Tutto ciò avveniva nonostante gli sforzi aziendali di minimizzare lo sciopero non mettendo i cartelli di preavviso o mettendoli in ritardo.

Questo ha creato dubbi e disorientamento, soprattutto nelle realtà dove la Cub-Sallca è meno presente.

Abbiamo sempre pensato che questa vicenda toccasse tutti e per questo abbiamo voluto che lo sciopero fosse di gruppo. Oltretutto l’afflusso di lavoratori alla società consortile è destinato a continuare (dopo il 20 aprile pare ormai confermato l’istituto del distacco) per le “deportazioni” già programmate dalle filiali e per eventuali smantellamenti di uffici.

L’accordo lampo, fortemente voluto dall’azienda, doveva mettere a tacere la protesta dei lavoratori. Invece, prima le iniziative locali a Torino, con il volantinaggio davanti al dibattito con Passera a “Biennale Democrazia” ed il presidio davanti al Comune (con una delegazione di lavoratori ricevuta da un collaboratore del vice-sindaco), poi lo sciopero nazionale del 30 aprile, hanno affermato chiaramente che molti lavoratori non ci stanno.

Rassegnazione e passività non hanno prevalso, la mobilitazione è e resta in piedi.

Adesso la parola tornerà ai lavoratori. Indiremo nuovamente un’assemblea fuori orario a Torino (comunicheremo a breve la data) e ci dichiariamo disponibili ad organizzare assemblee dello stesso tipo ovunque ci verrà richiesto.

Insieme decideremo come proseguire le iniziative.