Nella domenica di chiusura del Salone del Mobile tornano a mobilitarsi i Musei Civici di Milano.
Non è una data casuale quella scelta: il primo degli eventi vetrina che animano la primavera milanese è paradigmatico del modello di turismo, ma anche di città, che il Comune promuove, con la messa al servizio degli spazi pubblici, dalle università alle sedi museali, per l'interesse di privati (non c'è bisogno di fare qui l'elenco delle istallazioni pubblicitarie sparse per tutta la città). È questa l'altra faccia della medaglia delle continue esternalizzazioni dei lavoratori del settore culturale, assunti da cooperative con contratti da fame, come il Multiservizi, nonostante il servizio pubblico, e dipendente dall'amministrazione pubblica, che svolgono.
Gli operatori di sala saranno in piazza domenica 21 per rivendicare l'applicazione per tutti i bandi futuri del CCNL Federculture, il riconoscimento del giusto livello nel bando attuale, le maggiorazioni domenicali, le pause pranzo dignitose, la sicurezza sul posto di lavoro, tutte rivendicazioni che passano attraverso l'apertura di un tavolo con aziende (Coopculture e Dussmann) e Comune, che ancora dopo mesi di richieste e mobilitazioni rimangono sordi alle rivendicazioni dei lavoratori.
Saranno in piazza con loro anche le biglietterie dei Musei Civici, che invece, unitesi compattamente alla lotta per il giusto contratto, hanno strappato l'apertura di un tavolo con Coopculture. La disparità di trattamento riservata ai due appalti non è passata inosservata e per questo le biglietterie hanno proclamato assemblea per tutta la mattinata di domenica 21 in solidarietà ai colleghi della sala.
Uniti i lavoratori di tutti gli appalti dei Musei Civici di Milano rivendicano l'apertura di un tavolo con la Committenza perché prenda l'impegno richiedere l'applicazione del CCNL Federculture a tutti i prossimi appalti su modello di quanto conquistato a Verona. Dalle 10:00 si terrà davanti al museo del 900 l'assemblea unitaria dei lavoratori dei Musei Civici.
USB Lavoro Privato - USB SLANG