Ieri, al termine della GRANDE ASSEMBLEA tenutasi a piazza Recanati, gli abitanti di San Basilio hanno dato vita ad un corteo contro gli sgomberi che ha sfilato per le strade del quartiere, intonando slogan a sostegno del diritto alla casa e contro il governo regionale e cittadino.
Il primo dato su cui ci soffermiamo è proprio questo: non solo rabbia, genuina e motivata dalla situazione che Prefettura, Comune e Regione hanno determinato, ma anche organizzazione, con l’obiettivo e la determinazione di rovesciare la situazione.
STOP SGOMBERI. Innanzitutto fermare gli sgomberi, lo abbiamo già scritto, ma è utile ripeterlo: in un contesto in cui tutto rincara, dal carburante alle bollette passando per i generi alimentari, la pietra angolare su cui poggiano le famiglie, il Diritto alla Casa, inteso come dimora e come bisogno primario, viene messo in discussione. Ecco perché bisogna difenderlo in ogni modo ed ecco perché gli abitanti di San Basilio non si sono lasciati condizionare da chi li vorrebbe zitti e buoni. Hanno urlato le loro ragioni e si sono fatti ascoltare, ribadendo che l’ordine pubblico è stato messo a repentaglio, ma non da loro. Piuttosto da chi interviene nel quartiere circondandolo con le camionette all’alba per tirare fuori di casa famiglie con bambini ancora in pigiama e poi si fa bello sui social dichiarando di aver cacciato dei criminali.
BASTA FALSITA’. Il secondo punto è proprio questo: fermare la narrazione corrente e dominante in questo periodo, quella che addita tutti gli abitanti delle case popolari come dei fuori legge, qualcuno che vive sulle spalle della società. Chi propone questo ragionamento dimentica che la Casa è un Diritto e che per garantirlo il contributo maggiore è venuto proprio dai lavoratori di questo paese, mentre costruttori e politici stringevano accordi e spartivano il bottino ai danni dell’intera città. Questa narrazione imposta dai giornali è andata in pezzi non appena hanno preso la parola le famiglie degli sgomberati di San Basilio e di Tor bella Monaca: lavoratori e lavoratrici, genitori con figli, padri che escono all’alba e vanno a guadagnarsi il pane, madri che alle 6 di mattina vanno a pulire le scale etc...
ORGANIZZAZIONE. Infine, il percorso che è iniziato con la manifestazione all’Ater di Roma e si è sviluppato nelle piazze e nelle vie di San Basilio non può che strutturarsi e rafforzarsi, auto organizzandosi in comitato, allargandosi negli altri quartieri e nelle altre borgate di Roma, passando “all’attacco”. Si è già decisa infatti una manifestazione sotto la sede della Regione Lazio per il 22 marzo. Le rivendicazioni delle periferie sono chiare: fermare immediatamente gli sgomberi e la militarizzazione dei quartieri, estendere la sanatoria a tutti i nuclei che per requisiti economici hanno diritto a godere di un alloggio pubblico (la sanatoria del 2020 ha escluso migliaia di persone poiché regolarizzava solo fino a maggio 2014), cessare l’azione vessatoria nei confronti degli inquilini delle case popolari e più in generale verso chi ha difficoltà a pagare affitti non sostenibili se commisurati al reddito e non trova risposta da parte della classe politica che governa la città.
Ci vediamo nei quartieri, nelle piazze, nelle strade.
Asia-Usb Roma