Prosegue, con la media di uno al mese negli ultimi due anni, la serie di incidenti mortali nei cantieri di RFI. Giovedì mattina nella stazione di Jesi (Ancona), un lavoratore dell'impresa appaltatrice CMC di Casoria è stato travolto e ucciso da un mezzo d'opera in movimento nel cantiere per i lavori di rifacimento dei marciapiedi adiacenti i binari.
Pasquale Barra, 56 anni, viveva ad Afragola (Napoli) con moglie e due figli. Il 4 gennaio era tornato a Jesi per riprendere il lavoro nel cantiere dopo la pausa natalizia. Verso le 8,30 di ieri, mentre era intento a prendere alcune misure, è stato schiacciato da un caricatore dal peso di 70 tonnellate, condotto da un altro operaio. Inutili i soccorsi del 118. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’ospedale Torrette di Ancona, mentre l’area del cantiere è sotto sequestro.
È chiara la similitudine con molti altri incidenti nei cantieri di RFI: come quelli di Condofuri (Reggio Calabria), dove a novembre è rimasto ucciso Biagio Ritondale, anche lui travolto da un mezzo d'opera in movimento sui binari, e a settembre Francesco Ventura, stritolato dagli ingranaggi di un macchinario spargi-ghiaia. Una catena di incidenti gravi e mortali su cui abbiamo più volte richiamato alla responsabilità la dirigenza RFI e gli organi di vigilanza e controllo sulle ferrovie (ANSF, MIT, DIGIFEMA, Ispettorato del Lavoro) ma che continua a essere mistificata dall'una e dagli altri attraverso letture dei fatti da cui emerge sempre e solo la colpa del lavoratore ucciso o dei suoi compagni di lavoro.
Una realtà che sfugge solo a chi ha grandi interessi nel celare i meccanismi di sottrazione dei diritti e delle tutele dei lavoratori che vi sono sottoposti, ma che è chiara a chi come noi da sempre denuncia la deregolamentazione dell'organizzazione del lavoro promossa dal sistema degli appalti nelle grandi imprese come RFI. Una logica padronale che vede i lavoratori come carne da macello per il raggiungimento degli obiettivi di impresa, e sostenuta da politiche governative e istituzionali che favoriscono e impongono aumenti degli orari di lavoro, incremento dell'età per il pensionamento e pesanti tagli all'occupazione nelle grandi imprese pubbliche.
Una logica aberrante verso la dignità e la vita dei lavoratori, e tuttavia favorita da quei sindacati che si prodigano sui tavoli di contrattazione a declinarne le forme di applicazione: come nelle attività di manutenzione ferroviaria di RFI dove ormai la contrattazione nazionale e territoriale ha smantellato le basi delle tutele contrattuali e per la sicurezza dei lavoratori del settore.
A nome di tutti i lavoratori iscritti esprimiamo massima solidarietà e vicinanza ai familiari e ai compagni di lavoro di Pasquale Barra.
Unione Sindacale di Base - Lavoro Privato - Attività Ferroviarie
8-1-2021