USB Sanità Pubblica e Privata del Lazio esprime profonda preoccupazione sulla gestione della Regione Lazio per quanto riguarda il piano assunzionale, nonostante l’uscita dal commissariamento ponga finalmente le basi per superare anni di blocco delle assunzioni nel Servizio Sanitario Regionale, e denuncia le due ultime vicende in corso a Roma.
Al Sant'Andrea aumentano le aspettative dei vincitori e di tutti gli idonei delle graduatorie aperte dei concorsi fin qui espletati: ma a migliaia non vengono assunti, mentre in tre anni i vincitori e gli idonei potrebbero ridare respiro alle gravi carenze di personale di tutte le ASL della Regione Lazio.
È inoltre di questi giorni la notizia di un accordo tra Regione Lazio, CGIL, CISL e Cooperativa OSA che prevede l'esternalizzazione dei servizi essenziali al Policlinico Umberto I, dove il Direttore Generale indice una gara d'appalto del valore di 16.150.000 euro annui per il servizio infermieristico in 3 settori preparando così il terreno per la cessione del ramo d'azienda.
Tutto questo come al solito genera una nuova guerra tra poveri. Da una parte il futuro dei dipendenti delle cooperative che per anni hanno lavorato negli ospedali pubblici e che, a causa della mancanza di volontà della Pubblica Amministrazione, rischiano di perdere il posto di lavoro perché non è riconosciuta loro l'esperienza lavorativa già acquisita negli anni, dall’altra vincitori e idonei dei concorsi in questione rischiano di veder svanire le legittime aspettative di assunzione.
Due scelte insensate – il taglio e la riduzione della spesa pubblica per la Sanità e la introduzione del “numero chiuso” nelle facoltà di Medicina – fanno sì che nei prossimi cinque anni oltre l'80% dei medici specialistici andrà in pensione e sarà difficile sostituirli, con gravi conseguenze. Già oggi la situazione è a rischio tant'è che si chiede agli specialisti di rimanere in servizio fino ai 70 anni e si ricorre agli “specializzandi” cioè ai giovani laureati ancora in formazione per garantire i livelli minimi di assistenza.
La sanità privata - che doveva essere “integrativa” - ormai la fa da padrona e “ricatta” continuamente quel poco che resta del sistema pubblico, succhiando soldi allo Stato e ai cittadini.
La privatizzazione e la finanziarizzazione del sistema sanitario con la massiccia introduzione di lavoratori precari, interinali e a tempo determinato, completano un quadro che delinea un chiaro e operante obiettivo di destrutturare completamente il sistema sanitario nazionale.
La carenza di infermieri, di OSS, di personale amministrativo è la causa di imposizione di carichi di lavoro non più sopportabili per gli operatori sanitari aumentando le sindromi di burnout, a cui si aggiungono condizioni di sicurezza e di igiene ambientali all'interno delle strutture sanitarie da ribrezzo e repulsione.
USB – da sempre impegnata per il superamento del precariato e contro le esternalizzazioni di lavoratori e servizi – non può rimanere silenziosa di fronte ad accordi figli di interessi e connivenze più o meno occulte, accordi che ben poco hanno a che fare con le normative. Il Decreto Calabria di recente attuazione dà precise indicazioni sulle esternalizzazioni: le aziende possono veicolare i risparmi sui servizi sanitari esternalizzati per assumere personale!
Siamo convinti che le soluzioni si possono trovare. Abbiamo inviato una richiesta d’incontro alla Regione Lazio, senza ricevere risposta. Davanti al silenzio l’unica via resta la mobilitazione. Ed è questo ciò che faremo!
USB Sanità Pubblica e Privata di Roma e Lazio