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Sanità Privata, dalle Regioni soldi pubblici ai privati con l’ok di Cgil, Cisl e Uil. USB scrive al governo: colpo mortale al SSN, intervenire subito

Roma,

Ancora una volta è la Lombardia a distinguersi nel dimostrare la propria “vicinanza” – se non complicità - agli imprenditori della sanità privata. Lo fa con una delibera regionale (XI/3518 del 5/08/2020) con la quale la Giunta si assume l’onere di finanziare il 50% dell’intero aumento del rinnovo contrattuale dei lavoratori della Sanità Privata. Una decisione che suona più che scandalosa e inopportuna in una regione ancora drammaticamente segnata dall’epidemia di Covid-19, che ha portato alla luce l’assoluta incompetenza e l’abbondante disonestà di chi amministra la sanità regionale. Una scelta che rappresenta l’ennesimo regalo dei politici a quegli imprenditori della sanità che in Italia realizzano profitti altissimi (più che altrove in Europa) e che poi portano i loro colossali dividendi (fatti con soldi pubblici) nei paradisi fiscali, Olanda in primis.

USB già nel mese di giugno, dopo la scandalosa preintesa siglata da Cgil, Cisl, Uil e Aiop/Aris, aveva denunciato un sistema di complicità che evidentemente coinvolge anche le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo. Non sorprende che Cgil, Cisl e Uil avallino questo escamotage, sapendoli disposti a tutto pur di mantenere i loro buoni rapporti con il padrone di turno, ma che la Conferenza Stato-Regioni possa pensare che i cittadini debbano ulteriormente finanziare imprenditori privati è una follia ma soprattutto l’ennesima prova evidente degli intrecci tra politica e affaristi della salute.

Se fino ad ora l’accordo con le Regioni non era stato raggiunto, oggi la Lombardia spiana la strada in due direzioni: l’uso di fondi pubblici per aumentare gli stanziamenti del privato - utilizzando ancora la stucchevole ed ingannevole retorica degli “eroi” - e l’attuazione definitiva dell’autonomia differenziata partendo proprio dalla Sanità.

È per questo che chiediamo (con la lettera allegata) l’intervento urgente dei ministri di Sanità, Lavoro e Attività Produttive per bloccare immediatamente l’ennesima dispersione di fondi verso la sanità privata a discapito di quella pubblica.

Siamo convinti che dopo 13 anni senza rinnovo contrattuale i lavoratori e le lavoratrici del privato abbiano diritto ad un cospicuo aumento salariale pagato da chi, per anni, ha fatto profitto sulle loro spalle e su quelle di cittadine e cittadini.

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Lettera aperta di USB ai Ministri Roberto Speranza, Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo

Gent.mi Ministri,

Come ben sapete, in data 10 giugno 2020 è stata siglata da Cgil, Cisl, Uil e Aiop/Aris, la preintesa per il rinnovo del CCNL di Sanità Privata.

Riteniamo che non sia questa la sede per discutere delle numerose perplessità in merito a questo rinnovo, già più volte ribadite. Corre però l’obbligo di evidenziare quanto previsto dalla preintesa in merito al carico economico dei “concertati” aumenti economici, che è previsto sia per il 50%, a carico delle finanze delle regioni:

Il solo fatto che un ente pubblico debba farsi carico di aumenti contrattuali di un’impresa privata, è già di per sé intollerabile; che questo possa essere recepito in modo autonomo dalle singole regioni e province sulla scorta dei propri bilanci, rendendolo di fatto anche un fattore discriminante tra i lavoratori del settore, peggiora ancora di più la situazione.

Si rileva che questo meccanismo, anche attraverso la complicità attiva di Cgil, Cisl e Uil, di fatto dà concreta applicazione all’inaccettabile meccanismo delle gabbie salariali, con salari differenziati in base alla regione/provincia di appartenenza.

A riprova di ciò segnaliamo la frenetica attività delle segreterie regionali di queste sigle sindacali, decise a giocarsi una partita su venti tavoli diversi, invece che su quello nazionale: un ossimoro sul piano sindacale che presto può diventare una bomba sociale, innescata dai principi dell’Autonomia Differenziata richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna (proprio le regioni - casualmente? - più colpite dalla pandemia) che ritorna così prepotentemente al centro della scena politica.

Il 5 agosto 2020, con una delibera di Giunta, la Lombardia è diventata la prima regione a recepire la preintesa in attesa che venga eventualmente siglato il contratto. Ci siamo chiesti: perché la Regione Lombardia? Perché la Lombardia è la regione nella quale è presente la più alta percentuale di sanità privata, molto vicina al 50%, e dove le pressioni delle associazioni datoriali di categoria (Aris, Aiop, Confindustria) sono in linea con il sistema di complicità tra politica ed affaristi della salute che, a partire da Formigoni fino a Fontana (in piena crisi pandemica!), ha dato evidentemente e ripetutamente prova della propria esistenza. Una decisione che sarebbe aggravata dal fatto che quello della sanità privata è un settore nel quale i dividendi sono già molto più alti che negli altri paesi europei e che quasi sempre questi finiscono in paradisi fiscali.

Il nostro timore è che il rinnovo contrattuale, al netto della nostra critica, venga siglato e attivato regione per regione dando un altro colpo mortale al Servizio Sanitario Nazionale. L’USB ritiene che questa non possa essere una strada percorribile e rivendica l’apertura di una serissima discussione che abbia come fine il contratto unico della sanità per arrivare al ripristino della condizione in cui una Sanità davvero Pubblica e davvero universale torni ad essere una priorità per questo paese.

Roma 13/8/2020

USB Sanità Pubblica

USB Sanità Privata