La sanità laziale è allo sbando tra chiusure di ospedali e tagli di posti letto imposti dal piano di rientro della Polverini e il perdurare del blocco del turn-over; poco personale, allo stremo e con le ferie ridotte al minimo nel tentativo fallimentare di scongiurare il più possibile ulteriori chiusure e/o riduzioni nel periodo estivo; liste d’attesa infinite e malati costretti a curarsi fuori regione.
Il tutto mentre la manovra del governo sta per abbattersi come una scure su quel che resta della sanità pubblica del Lazio e i cittadini si vedranno costretti al pagamento di nuovi ticket.
Ma non per tutti è così! Basta essere un parente della Polverini e andare al pronto soccorso del S. Camillo per saltare a piè pari la preospedalizzazione (dovuta nel caso di interventi in elezione), essere ricoverati in ortopedia e operati la mattina seguente: il tutto in fretta e rigorosamente gratis mentre i cittadini comuni sono costretti ad attendere dai sei mesi ad oltre un anno!
Mentre il rapporto di cittadinanzattiva denuncia che 2 prestazioni su 3 non passano attraverso le vie ordinarie e il governo sta pensando a come “tassare” i ricoveri impropri e tenere lontani dai pronto soccorsi i codici bianchi e verdi, è la stessa Governatrice del Lazio ad indicarci la via per “abbattere” le liste d’attesa.
Alla Governatrice del Lazio correrebbe l’obbligo, se non della coerenza con i proclami elettorali, almeno della decenza. Speriamo ci risparmi, se non altro, i suoi famosi pistolotti sull’abolizione delle liste d’attesa e sulla lotta agli sprechi di cui i cittadini del Lazio, che non sanno a quale santo votarsi per vedere riconosciuti il diritto alla salute e alle cure, ne hanno davvero le tasche piene.