È sotto gli occhi di tutti il periodo di grandi cambiamenti nei modelli produttivi e tecnologici che stiamo vivendo, che ha portato progressivamente ad un generale arretramento dei diritti e dei salari. Il modello sindacale della concertazione finora messo in atto dai sindacati confederali si è dimostrato fallimentare. Occorre una riposta più forte e incisiva all’attacco frontale capitale-lavoro che stiamo subendo. Per questo motivo ogni lavoratore è chiamato ad agire in prima persona in una forza organizzata, unita e combattiva. USB ha l’obiettivo di rappresentare questa forza. Pertanto, USB Lavoro Privato indice una giornata di sciopero di 8 ore (intero turno) per il giorno 23 aprile 2024, di tutto il settore delle telecomunicazioni, con queste motivazioni:
- Per il rinnovo del CCNL TLC scaduto il 31/12/2022, con salari adeguati e diritti garantiti per tutto il settore TLC, sia per i lavoratori in House che per i lavoratori delle aziende in appalto, dove chiediamo 300 euro netti di aumento in busta paga, la riduzione di orario di lavoro a parità di salario e l’introduzione del salario minimo;
- Per un cambiamento di paradigma e un concreto piano industriale di rilancio per il settore delle Telecomunicazioni, asset strategico per l’intero Paese;
- Contro i piani di separazione della rete, fusioni, cessioni di ramo, appalti e subappalti che in questi anni non hanno portato a nulla, se non ad un maggiore affossamento del settore, producendo tagli occupazionali e crisi nell’indotto;
- A difesa dell’occupazione e contro appalti al massimo ribasso, particolarmente pesanti nei Call Center, colpiti da profondi piani di ristrutturazione e tagli occupazionali a causa del dumping salariale;
- Per la NAZIONALIZZAZIONE DELLE TLC, come motore per il rilancio e il riassetto del settore.
USB Lavoro Privato, per questi motivi, chiama tutti i lavoratori ad unirsi a partecipare allo sciopero per l’intera giornata del 23 aprile 2024, contro la SEPARAZIONE DELLA RETE, che a nostro avviso mette a rischio il futuro occupazionale non solo i dipendenti del Gruppo TIM e del suo indotto: le TELECOMUNICAZIONI devono restare sotto il controllo dello Stato in quanto asset strategico.
La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori viene prima di tutto!
Non accettiamo ultimatum e che qualcun altro decida del nostro destino, partecipando numerosi, sempre più convinti di essere parte cruciale della soluzione!