Era da molti anni che uno sciopero del trasporto cittadino a Napoli non accomunasse i lavoratori delle tre principali aziende del territorio partenopeo e della sua provincia.
Oggi i lavoratori di ANM, CTP ed EAV hanno incrociato le braccia per rivendicare diritti e rilancio del settore.
In ANM, le Organizzazioni Sindacali USB, ORSA TPL e FAISA CONFAIL hanno scioperato 24 ore per chiedere ad Azienda e Comune di Napoli un piano industriale serio che non insista sul taglio del costo del lavoro e sul taglio di un servizio già ampiamente scadente, ma che porti al rilancio dell'Azienda ed al suo mantenimento pubblico.
Lo sciopero ha visto l'adesione dei lavoratori del comparto ferro, attraverso la chiusura della Linea 1 e delle Funicolari, e di oltre il 50% dei lavoratori del comparto gomma.
In CTP, le stesse Organizzazioni Sindacali hanno proclamato uno sciopero di 4 ore che ha fatto, ovviamente, molto meno rumore rispetto al drammatico momento in cui vivono gli oltre 700 dipendenti dell'Azienda di Città Metropolitana.
I lavoratori, già da ieri, occupano le stanze dell'ex Provincia a Piazza Matteotti e sono in presidio permanente: chiedono di parlare col Sindaco de Magistris per conoscere il loro futuro e quello di oltre 2 milioni di utenti, appiedati dall'11 settembre.
In EAV, infine, alle 19.00 e fino alle 23.00 si fermeranno autobus, Circumvesuviana, Circumflegrea e Cumana attraverso uno sciopero indetto da ORSA TPL e FAISA CONFAIL ed a cui USB ha dato adesione formale. Anche qui si rivendica il miglioramento del servizio da parte di un'Amministrazione Aziendale che, rispetto ad ANM e CTP, dovrebbe godere di bilanci più floridi, ma che invece è continuamente in affanno rispetto alle reali richieste degli utenti.
"I lavoratori continuano a dimostrare di essere stanchi della pericolosa deriva verso cui sta andando il trasporto pubblico locale in questa città - dichiara Marco Sansone del Coordinamento Regionale USB - In ANM, la chiusura delle Funicolari e di Linea 1 e l'alta adesione allo sciopero dei lavoratori del servizio di superficie, dimostrano che il tempo dei rinvii è scaduto.
Serve subito un piano industriale serio che consenta il rilancio dell'Azienda senza che a pagare siano sempre cittadini e lavoratori, ma chi ha contribuito al fallimento della partecipata del Comune di Napoli.
In CTP - continua Sansone - stiamo assistendo ad uno stillicidio assurdo. È incredibile la mancanza di senso di responsabilità della massima istituzione di Città Metropolitana, il Sindaco Luigi de Magistris, il quale sfugge costantemente al confronto con i lavoratori, stremati ed affamati dalla mancanza di emolumenti e di certezze, e non pensa minimamente agli oltre 2 milioni di utenti appiedati a Napoli e provincia da ormai 20 giorni.
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris non può dimenticare proprio oggi, anniversario delle "4 giornate di Napoli", quanto grande sia la "resistenza" dei suoi concittadini, asserragliati da ieri nelle stanze di Città Metropolitana per conoscere il futuro della loro storica Azienda.
In questo momento c'è bisogno di coraggio politico: si prendano i soldi per il rilancio del settore laddove ci sono, cioè dall'avanzo libero di bilancio di Città Metropolitana (circa 400 milioni di euro), e si investano nell'Azienda Unica Metropolitana, ANM e CTP insieme.
In EAV - conclude Sansone - ci aspetteremmo meno proclami social da parte del Presidente Umberto De Gregorio e più consistenza nel miglioramento di un servizio che, nonostante gli sforzi dei lavoratori ed i sacrifici degli utenti, resta da terzo mondo."