Venerdì 21 lo sciopero alla Tiberina di Melfi è andato benissimo.
Sul primo turno 25 scioperanti su 36 addetti alla produzione (compresi gli interinali che per questioni immaginabili non hanno potuto aderire).
Sul pomeriggio 17 scioperanti su 34.
Sulla notte 15 scioperanti su 32.
Considerando che lo sciopero era indetto dalla sola USB ed era stato lanciato lanciato poche ore prima, considerando inoltre che gli altri sindacati si sono messi di traverso, tra i lavoratori è emersa chiaramente la volontà di protestare contro la decisione aziendale (è facile immaginare su pressione degli altri sindacati presenti al tavolo) di non far sedere nella stanza dei bottoni gli operai della stessa azienda.
Per la prima volta uno sciopero è stato indetto su un tema che mette in crisi il sistema collaudato e dannoso di relazioni sindacali finte.
I padroni vogliono fare inciuci con le burocrazie sindacali, a svantaggio degli operai e per questo vorrebbero scegliersi l'interlocutore.
Ma alla Tiberina di Melfi la pacchia è finita, da adesso in poi il sindacato e le relazioni sindacali le faranno gli operai legittimati dagli incarichi assegnati loro da USB.
Alla Tiberina Val di Sangro, anch'essa in sciopero per solidarietà nei confronti dei colleghi di Melfi, l'adesione alla protesta è stata altrettanto importante, una strategia di lotta che continueremo ad utilizzare nelle prossime iniziative perché la rete di solidarietà tra lavoratori dello stesso gruppo di diverse regioni è un arma pesante da usare ed estendere ad altre realtà lavorative.
Potenza, 22 giugno 2019
USB Basilicata Lavoro Privato
USB di stabilimento