Durante l'assemblea del 5 febbraio indetta dal Consiglio Direttivo della Scuola Popolare di Testaccio con le lavoratrici e lavoratori, è stato ammesso che la scuola versa in condizioni gravissime, al punto che sono a rischio non solo gli stipendi, ma anche la stessa storica associazione.
Nella giornata di ieri è intervenuta la Musicista Socia Onoraria e fondatrice Giovanna Marini, che ha ripercorso con convinzione la proposta fatta da tempo da USB, ribadendo la necessità dell'intervento del Comune di Roma nella gestione della Scuola, vista la palese l'incapacità di gestione dei vari consigli direttivi che si sono susseguiti negli anni.
La Scuola Popolare di Musica di Testaccio rappresenta un grande patrimonio culturale e un bene comune per la città di Roma, nata come associazione nel 1975 per integrare le classi sociali più svantaggiate nella conoscenza musicale di uno o più strumenti ma soprattutto per il lavoro collettivo di musica di insieme. Un'identità dissoltasi negli anni, trasformandola in una vera e propria scuola privata di Musica, ormai destinata a una platea che estromette le classi più deboli, per via dei costi troppo onerosi.
Durante l’assemblea si è riscontrato ancora una volta da parte del Consiglio Direttivo un atteggiamento offensivo e fuorviante nei confronti di USB, delle RSA e dei nostri iscritti. Si cerca in tutti i modi di dividere i lavoratori e di metterli l'uno contro l'altro, scaricando le vere responsabilità, che sono unicamente da addursi all'attuale gestione e non a USB, che appoggia unicamente i lavoratori e ne difende i loro diritti.
Aggiorneremo le lavoratrici e i lavoratori della Scuola Popolare sugli sviluppi della situazione e chiederemo un incontro urgente con il Comune per l'apertura di un tavolo.
Unione Sindacale di Base