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SELEZIONI INTERNE, PECCATO...

Nazionale,

Comunicato n. 1/09

 

Peccato che la trascuratezza della ditta che ha gestito le prove selettive abbia gettato un’ombra sulle stesse procedure. Dopo i diversi errori riscontrati inizialmente nei quiz pubblicati in intranet, la ditta ha inserito nei questionari per la selezione a C3 alcune domande che erano state formalmente cancellate dall’amministrazione per il persistere di errori. Non doveva assolutamente accadere.

 

E’ ovvio che i lavoratori interessati non dovranno subire penalizzazioni da questo errore e, pertanto, la risposta al quesito errato o la mancanza di risposta dovranno dar luogo in entrambi i casi al riconoscimento del punteggio relativo ad una risposta esatta. E’ bene che l’amministrazione si pronunci formalmente ed in fretta.

 

Tuttavia, se qualcuno pensa di utilizzare questa od altre eventualità per affossare le selezioni interne troverà la nostra tenace opposizione, perché non accetteremo che sia vanificato il lavoro di quattro anni, nei quali abbiamo ostinatamente rivendicato selezioni regolate da criteri trasparenti ed oggettivi. Abbiamo dovuto faticare, all’inizio, a sbarrare la strada ad un ritorno alle funeste “pagelline” dei dirigenti, oppure a fantasiosi criteri discrezionali legati ad attività di formazione, di controllo produttivo, di sicurezza nei luoghi di lavoro ecc., opponendo una chiara proposta imperniata su tre criteri: anzianità, titolo di studio, prova selettiva. Il risultato finale non rappresenta pienamente la nostra proposta, ma non di meno rompe con il tentativo di affidare alla dirigenza il giudizio sulla crescita professionale dei lavoratori ed introduce una prima esperienza di metodo selettivo attraverso una prova concorsuale, inevitabile sia per il contesto esterno sia per l’esiguità delle risorse economiche disponibili.

 

A quanti lamentano la facilità della selezione e, di conseguenza, l’inutilità della prova a test, rispondiamo che un nuovo metodo va sperimentato con oculatezza, senza traumatici strappi, favorendo la partecipazione generale. Si tratta di trovare il giusto equilibrio e da parte nostra non dimentichiamo, inoltre, l’obiettivo che ci siamo dati da tempo: favorire una nuova generale crescita professionale, con particolare attenzione ai livelli economici più bassi, perché sia applicato il dettato costituzionale che riconosce a parità di lavoro parità di salario.

 

Peccato che il comportamento superficiale e negligente della ditta che ha fornito i quiz metta in secondo piano una gestione delle procedure selettive che appare, al momento, sostanzialmente corretta. Nella riunione in programma questa mattina torneremo a chiedere all’amministrazione il capitolato di gara, già formalmente chiesto circa due mesi fa, in ossequio alla trasparenza degli atti, per conoscere se contenga la previsione di penalizzazioni da comminare alla ditta in caso di errori o inadempienze. Riteniamo, infatti, che la ditta debba pagare un prezzo per quanto accaduto, anche in relazione alle selezioni per la provincia di Bolzano, dove è prevista la possibilità per i candidati del gruppo linguistico tedesco di sostenere la prova nella propria lingua. Anche in questo caso sono stati segnalati numerosi errori di traduzione compiuti dalla ditta, errori che non dovranno penalizzare i lavoratori interessati e rispetto ai quali l’amministrazione dovrebbe assumere la decisione di cancellare, dalla prova nelle lingue italiana e tedesca, i corrispondenti quiz errati.