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Gli editoriali

Senso della misura


A sentire  il coro di condanne e distinguo che si e' levato ieri sulla innocua azione perpetrata ai danni di un muro e di una porta della sede nazionale della cisl c'e' da rimanere allibiti.

Dagli esponenti del Governo ai segretari della Cgil e del Prc e' una gara a chi prende più le distanze dall' accaduto. Qualcuno cerca di far intravvedere la possibilità che ci sia una relazione tra lo scandaloso atteggiamento di assoluta complicità della cisl nei continui tentativi di smantellamento dei diritti del lavoro, ma ovviamente e' solo un confuso accenno che non offusca minimamente il coro della solidarietà.

Comunque i toni sono quelli gravi delle cose gravi che meritano imperitura riprovazione. Due fumogeni, quattro uova e un barattolo di vernice! Certo roba molto più grave dello smantellamento del contratto nazionale, della chiusura di Termini Imerese e la conseguente scomparsa di 5000 posti di lavoro, indotto compreso, proprio là dove lavoro non ce n'e', più grave della pretesa di scrivere un nuovo patto sociale in cui a guadagnarci sono solo le imprese, più grave dello smantellamento di ogni pur minima forma di democrazia nei luoghi di lavoro attraverso la negazione del rinnovo delle RSU a Pomigliano come in tutto il pubblico impiego, più grave dell'idea di subordinare i diritti, il lusso della tutela della salute, i salari, i ritmi, la fatica alle esigenze della competizione globale, più grave della pretesa di dichiarare estinto il conflitto tra capitale e lavoro, cioè riscrivere la storia facendo scomparire lo sfruttamento e la stessa esistenza degli sfruttati e degli sfruttatori come vorrebbero Marchionne e i padroni!

E poi c’è questo vago sentore di lesa maestà che aleggia nell’aria. Nessuno lo dice, ancora non si ha il coraggio di invocarlo apertamente ma, sotto sotto, nel retrogusto, c’è una gran voglia di gridarlo.

Ma come si permettono questi quattro straccioni, questi precari, questi fannulloni di contestare ciò che fa il grande sindacato?! E cosa vogliono che sia il licenziamento, lo sfratto, l’impossibilità di arrivare alla fine del mese, i debiti sempre crescenti delle famiglie dei lavoratori nel paese più risparmiatore d’Europa, di fronte alla missione titanica di risanare il Paese con la p maiuscola, ma senza toccare l’evasione fiscale, il lavoro nero, la criminalità organizzata, eccetera, eccetera,…?!

'Siamo tutti cislini' titola stamattina Il Riformista, noi no. Tutti a Torino sabato 9 ottobre!