Gli scioperi contro la riduzione delle pause da 40 a 30 minuti (compensata da ben 1,26 euro al giorno) alla Sevel di Atessa (Chieti) gruppo Fca (ex Fiat) vanno avanti da gennaio.
Da quando è stata introdotta unilateralmente (la Fca non vuole discuterne con i sindacati) la nuova metrica del lavoro dallo strano nome di Ergo Uas, nella fabbrica del Ducato si vive sempre peggio.
Gli scioperi, dapprima indetti anche dalla Fiom, in seguito sono stati proclamati solo da USB e Slai Cobas a dimostrazione che l’unità di base dei lavoratori è possibile e produttiva.
Sempre molto partecipati fino a che il 12 febbraio alcuni operai e iscritti a USB sono stati improvvisamente spostati di turno. E’ stato solo l’ultimo episodio di una lunga serie di minacce, ritorsioni, ricatti.
Siamo alle solite: come negli anni ’50 Valletta, oggi Marchionne vuole trattare gli operai come marionette da impiegare, spostare, adattare secondo la sua concezione del lavoro, senza confronti, senza sindacati, senza intralci.
O si fa come dice lui o fuori. Adesso la situazione si è complicata ma la sopportazione degli operai ai nuovi sistemi è sempre meno.
Il metodo Ergo Uas infatti obbliga a una serie di movimenti (sempre quelli, sempre fissi nel tempo) che, venduti come il meglio dell’ergonomia possibile, si rivelano nei fatti una costrizione che provoca infortuni, malesseri, patologie sempre più seri.
Adesso gli scioperi continuano e si profila anche il ricorso alla magistratura.