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Università. La denuncia di Mary Calvi: «Su 1500 stanze per i fuorisede, soltanto 30 ai diversamente abili»
Sfrattati nove studenti disabili «Pronti ad occupare gli alloggi»
Appello delle associazioni alle istituzioni per trovare una sistemazione ai ragazzi
di Federico Maselli
Una lotta impari che Mary Calvi, 28 anni e studentessa diversamente abile, sta combattendo contro le istituzioni per non rimanere senza un alloggio. Come lei altri 8 ragazzi che a breve ritroveranno i propri bagagli sul marciapiede, ma senza una meta. Rivolgersi ad un’agenzia immobiliare è inutile: «più volte ci hanno chiuso la porta in faccia perché siamo disabili», ha raccontato laconica Mary, portavoce dell'Ucl (Università Cerca Lavoro).
SFRATTATI nel novembre scorso dalla casa dello studente, ovvero le stanze che La Sapienza mette a disposizione degli universitari fuori sede, i 9 inquilini sono riusciti ad ottenere una proroga «dopo estenuanti trattative con la Regione», raccontano. Poi, un giorno, senza alcun preavviso, alla porta hanno
bussato avvocati con tanto di carta bollata per notificare lo sgombero. «Le deroghe sono scadute senza preavviso - lamenta Mary Calvi - per questo abbiamo chiesto all’assessore Silvia Costa di aprire un tavolo di discussione». Insieme a lei, Canada (Confederazione associazioni nazionali danneggiati) e Meda (Movimento europeo diversamente abili) stanno portando avanti questa battaglia facendo perno sull’opinione pubblica «perché le persone diversamente abili non vengano lasciate sole, cosa che sembra accadere in questa legislatura perché non è stato delegato nessuno a difesa dei diversamente abili», ha detto con amarezza Diego Righini, segretario generale del Canada. Che non ci sia una politica a sostegno del disabile lo fa notare la stessa Mary con i dati alla mano: «su 1.500 alloggi per studenti fuori sede, solamente 30 sono destinati a noi. Cosa sta a significare tutto questo?». Anche la Regione nel mirino delle critiche. L'operato della Pisana è stato definito disarmante dal neo presidente del Meda Pierpaolo Foti.
Tutte le case che dovevano essere destinate ai disabili sono state occupate invece da altre persone, cosicché «tocca sempre a loro rimanere ogni volta senza un tetto». Ma una via d’uscita per tutte le persone, disabili e non, che stanno vivendo un’emergenza abitativa, Foti sembra trovarla negli enti previdenziali.
«Vorrei portare avanti un’indagine che metta a nudo il valore complessivo del patrimonio degli enti previdenziali perché sicuramente potrebbe essere messo a disposizione». Che la Regione costruisca nuove abitazioni e il Comune le assegni ai diversamente abili sono le due richieste di Ucl e Meda. «Ma c’è troppa confusione burocratica su questo tema», dice Foti. «Appoggeremo in pieno la politica di Mary e degli altri inquilini di occupare le stanze», chiude Righini.