È di questi giorni la notizia dello sfratto di uno dei pochi centri antiviolenza rimasti a Roma. Lucha y Siesta nasce grazie al volontariato di alcune donne che da oltre 10 anni svolgono un servizio sociale fondamentale per la città. Unica 'pecca' è di ospitare donne e bambini che fuggono dalla violenza in uno stabile in disuso di proprietà Atac.
Con una ordinanza comunale di sfratto, che tratta spazi sociali fondamentali al pari delle occupazioni inutili come quella di Casapound, Comune e Atac non hanno voluto trovare una soluzione alternativa per Lucha, sebbene anche la Regione Lazio sia intervenuta in merito con proposte interessanti.
Atac si rifiuta di concedere in locazione o di far riscattare l'immobile al coordinamento che gestisce il centro antiviolenza da un lato e dall'altro sembrerebbe abbia avviato trattative riservate con privati che non hanno alcuno scopo sociale tra i loro interessi.
Come è avvenuto per gli 11.000 mq dello storico deposito di piazza Ragusa, concesso in locazione ad una società di marketing immobiliare che organizza eventi mondani, ad un prezzo di affitto irrisorio di 160mila euro per 18 mesi.
Una prova inequivocabile che dietro al concordato, al quale USB si è sempre opposta, oltre che alla svendita dei beni immobili non c'è alcuna reale politica di riqualificazione urbana e sociale degli spazi indebitamente abbandonati per decenni, ma un banchetto pronto e apparecchiato per i soliti interessi privatistici.
RSA USB Atac