(53/22) La CISL torna per l’ennesima volta ad addebitarci la responsabilità della mancata previsione di assunzioni in Area B nel Piano dei Fabbisogni INPS 2021-2023 e la conseguente impossibilità di far scorrere la graduatoria della selezione interna 2020 per il passaggio verticale a B1. Lo fa con il comunicato del 29 aprile dove scrive che, se l’Amministrazione avesse dato retta alla delegazione CISL, con il DPCM del 29 marzo di autorizzazione ad assunzioni e progressioni verticali 266 colleghi dell’Area A sarebbero potuti passare a B1. Secondo il sindacato di Via Po l’Amministrazione ha la responsabilità di aver seguito la USB.
Presidente Tridico, capito il messaggio? Lei sarà anche l’organo di governo dell’Istituto, insieme al CdA, ma a dettare la linea all’INPS ci pensa la USB, anche se non ha rappresentanti nel CIV. Poco importa se all’epoca dei fatti richiamati il direttore generale e il capo del personale dell’INPS risultavano entrambi affiliati alla CISL, come la maggior parte dei direttori centrali, regionali e territoriali; è pure irrilevante che sei organizzazioni sindacali su sette avessero contestato il Piano dei Fabbisogni chiedendo assunzioni in Area B, perché il presidente Tridico, è cosa ormai risaputa, fa solo quello che vuole USB e gli altri sindacati non hanno la forza di opporsi. È davvero credibile una roba del genere? Il sindacato di base dell’INPS, dopo aver lottato per decenni per ottenere il giusto inquadramento dei colleghi delle Aree A e B, secondo le “faine della CISL” all’improvviso cambia idea e sbarra il passo ai passaggi all’area superiore, così, per capriccio o per chissà quali interessi.
E allora, cari “amici” della CISL, è inutile che ora presentiate l’elenco dei comandati che vorreste far entrare in INPS perché saranno presi solo quelli segnalati dalla USB, così come è tempo perso andare dal presidente con l’elenco dei dirigenti da sistemare nei vari incarichi, perché le assegnazioni saranno decise dalla USB, che ha anche interessi diretti nella SpA INPS SERVIZI, la società in house che gestirà il contact center, oltre al controllo di alcune società dell’informatica. Siamo un sindacato “fortissimi”, per dirla alla Checco Zalone e abbiamo “le mani in pasta” ovunque!!!
Care colleghe e cari colleghi mansionisti, ma non vi siete stancati di essere presi in giro da chi vi ha sempre osteggiato? Ce lo ricordiamo solo noi quello che faceva il segretario nazionale CISL dell’INPS nel 2007, quando terrorizzava i lavoratori delle Aree A e B intimandogli di non aderire alle iniziative della RdB (come ci chiamavamo allora), minacciandoli che se avessero chiesto la certificazione delle mansioni non sarebbero più passati all’area superiore? Ce lo ricordiamo solo noi quello che accadde nel 2018, quando fu impedito ad una parte di mansionisti di partecipare alle selezioni per le progressioni economiche perché erano considerate selezioni di recupero? Ce lo ricordiamo solo noi che il contratto integrativo 2018, con la USB esclusa dal tavolo sindacale, cancellò la maggiorazione TEP di 60 e 65 euro mensili riconosciuta agli A3 e B3 con il contratto integrativo 2017 (anno in cui la USB era presente al tavolo)? Se i commessi degli anni ’80 avessero seguito la CISL oggi sarebbero al massimo nell’Area B invece di essere inquadrati a C4; per loro fortuna hanno partecipato alle lotte organizzate dalla RdB e ottenuto un inquadramento coerente con il lavoro svolto e la possibilità di fare carriera come il restante personale. Piaccia o no è con le lotte che siamo riusciti ad ottenere risultati concreti. Da quando la maggior parte dei lavoratori ha smesso di mobilitarsi e si è affidata ai sindacati gialli c’è stata una brusca frenata sul piano dei diritti e delle conquiste.
Torniamo per l’ultima volta sulla polemica riguardante il Piano dei Fabbisogni 2021-2023, anche se siamo certi che la malafede continuerà ad ispirare l’iniziativa di chi vuole solo speculare sulla vicenda. Il presidente Tridico chiarì a tutti i sindacati di non avere intenzione di assumere in Area B per non determinare nuovo mansionismo nel momento in cui si tentava, con la contrattazione per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021 che si sarebbe aperta di lì a poco, d’individuare un nuovo sistema di classificazione e percorsi di carriera che avrebbero potuto risolvere in via definitiva il problema. La ferma posizione del presidente era a conoscenza di tutti i sindacati, quindi gli altri si prestarono a “recitare la parte” nell’incontro per il Fabbisogno 2021-2023 mentre noi evitammo atteggiamenti ipocriti e sfidammo tutti i sindacati a lavorare al tavolo con l’Aran per definire un contratto che garantisse a tutti il diritto alla carriera e una soluzione definitiva al mansionismo. Fu diffuso da qualcuno uno stralcio dell’intervento della USB con l’intento di screditarne l’immagine agli occhi dei mansionisti e ancora oggi continua quel tentativo. Noi siamo stati gli unici a sottolineare che la cosiddetta norma transitoria del contratto, sicuramente positiva e alla quale riteniamo di aver dato il nostro contributo, non può essere considerata la soluzione del mansionismo, perché i colleghi che passeranno in Area B continueranno ad essere dei mansionisti, così come saranno mansionisti gli assunti per concorso in Area B. È il contratto ad aver fallito su questo punto e la responsabilità maggiore ricade su chi non ha voluto un sistema di classificazione innovativo come quello proposto dalla USB, che l’Aran ha considerato realizzabile ma non di gradimento della parte datoriale. Dal momento che il contratto non ha fornito soluzioni soddisfacenti, oggi anche il presidente Tridico e il CdA dell’INPS si sono convinti che è necessario prevedere assunzioni in Area B per favorire il passaggio all’area superiore degli attuali dipendenti collocati in Area A e per fornire una risposta occupazionale ai diplomati. Per il resto, le chiacchiere stanno a zero.