Decisamente più interessante del primo si è rivelato il secondo incontro sul tema del c.d. Servizio Tunisi nel Porto di Palermo, discusso durante la convocazione avente all’ordine del giorno i criteri generali per la contrattazione del budget di sede 2021 e, in particolare, la specifica valorizzazione dell’attività svolta nell’ambito del suddetto servizio viaggiatori. Nella riunione dello scorso 22 novembre siamo finalmente usciti dalla replica del vecchio film, abbiamo visto qualche Sigla avvicinarsi alle posizioni che avevamo pionieristicamente proposto il 7 novembre, ed abbiamo sentito prospettare qualche miglioria allo schema attuale: ci sembra bene, in fondo Roma non è stata costruita in un giorno.
Il modello di gestione del Servizio Tunisi ad oggi in uso per noi non è mai stato sostenibile, tanto che l’Ufficio ha sempre dovuto mettere in atto strategie di arruolamento del maggior numero possibile di nuovi arrivati e massima resistenza alla fuoriuscita dal servizio stesso. Talvolta, ci duole doverlo notare, sono state proposte alle lavoratrici e ai lavoratori blandizie economiche poi rivelatesi fatue. Fatto sta che in assenza di nuovi arrivi l’emergenza riaffiora. E questo perché si intraprendono “cure palliative” anziché cercare una radicale ed efficace soluzione al problema.
Ci spiace vedere l’accanimento di alcuni colleghi contro altri, che per motivi personali o familiari, non partecipano al servizio o ne sono usciti. È una logica perdente: se io mi sento danneggiato da una situazione, devono esserne danneggiati tutti. La nota guerra tra poveri o il buon vecchio Sansone con tutti i filistei, che le sfere di comando, in sistemi malsani, amano alimentare.
Per noi è necessario strutturare il servizio, incentivarlo e motivare chi vi è predisposto o propenso. Preferiamo che nessuno rimanga indietro: chi, nel non partecipare, salvaguardando i propri interessi e chi, nel partecipare, raggiungendo i propri obiettivi professionali, personali e, perché no, retributivi. Siamo convinti di quel che affermiamo, quindi non temiamo il confronto, anzi, lo cerchiamo, purché improntato a criteri di correttezza, trasparenza ed onestà intellettuale. Per questo abbiamo continuato a sostenere la nostra posizione come segue:
1) il servizio controllo passeggeri è un’attività ordinaria per il porto di Palermo e dovrebbe essere svolta da personale ordinariamente e stabilmente assegnato a questa attività. Una Sezione Merci e Passeggeri, con una dotazione di funzionari addetti esclusivamente a mansioni operative, sarebbe la soluzione ideale e riaprirebbe uno spiraglio anche sulla questione dell’indennità di confine. Qualora ciò non fosse possibile, in subordine, l’istituzione di uno specifico Reparto Merci e Passeggeri permetterebbe di integrare il servizio passeggeri con i controlli in linea, limitando l’ormai dilagante prassi dei funzionari “a mezzo servizio”;
2) il servizio è oneroso e peculiare. I dipendenti devono essere messi in condizione di svolgerlo serenamente e di buon grado. Il personale dovrebbe essere selezionato su base di indagine conoscitiva e adeguatamente formato. La rotazione volontaria del personale nel medio termine – biennale o triennale – andrebbe garantita trattandosi di un servizio gravoso. Il servizio andrebbe sostenuto nel periodo estivo con interpello stagionale su base provinciale/territoriale;
3) ogni lavoratore deve avere un carico di lavoro adeguato che non può essere indeterminato. I lavoratori non devono essere chiamati di volta in volta a svolgere innumerevoli attività, spesso incoerenti tra loro, con sovrapposizione delle priorità lavorative e talora con un pericoloso crollo del livello di consapevolezza;
4) l’orario di lavoro deve essere certo e predeterminato: i turni devono avere orari prestabiliti. Qualsiasi variazione di orario di approdo/partenza che si posizioni a ridosso del turno dovrebbe essere coperta con reperibilità e straordinario (nel caso di anticipo) o col solo straordinario (nel caso di lieve ritardo). Il forte ritardo o il cambio programmazione non possono essere coperti vincolando chi è in turno, ma devono essere coperti col subentro di un’altra squadra, con reperibilità e straordinario. Le lavoratrici e i lavoratori non possono essere schiavi del lavoro;
5) non possiamo incentivare il Servizio Tunisi con le sole briciole del budget di sede, tolte dalla bocca di altri colleghi. Per il 2021 i maggiori fondi stanziati per l’emergenza COVID hanno fatto registrare un surplus di poco più di 9.000 euro rispetto all’anno 2020 nel budget assegnato all’UD Palermo. Se anche questi fondi venissero interamente destinati al Servizio Tunisi – proposta non condivisa da tutte le OO.SS. – l’indennizzo ammonterebbe a circa 450 euro lordi l’anno. Tolta l’IRPEF non si arriva a 30 euro netti al mese. Vogliamo davvero dire ai dipendenti che il giusto indennizzo per un’attività così gravosa è un aperitivo al mese?
6) il sano e trasparente ricorso allo straordinario in un Ufficio carente di personale come l’UD Palermo è imprescindibile. Non si può avere la pretesa di coprire tutti i servizi con lavoro ordinario, lesinando il ricorso allo straordinario, per poi sentirci dire che i fondi stanziati vengano restituiti a Roma. Il lavoratore non può essere chiamato a coprire indefessamente, oltre al lavoro settimanale in Sezione, i turni nel fine settimana, in quei sabati e domeniche infiniti in cui si aspetta che la compagnia di navigazione dica alla Dogana quando far entrare in servizio i dipendenti (gli ultimi 2 fine settimana sono stati emblematici, con servizi notturni). Troviamo che tutto questo sia profondamente lesivo della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Il dipendente deve avere certezza di andare a casa a fine turno se la nave non arriva o non parte, per entrata in servizio straordinario di una squadra reperibile;
7) collaborazione con la Guardia di Finanza e utilizzo di squadre meno numerose: non condividiamo la diffidenza con cui si fa ricorso al supporto della Guardia di Finanza nei controlli, così alimentando una conflittualità ingiustificata e retrograda tra le due Amministrazioni. L’ADM e la GdF concorrono al conseguimento di obiettivi comuni, collaborando a livello strategico e operativo. I rapporti tra le due Istituzioni sono stati più e più volte consolidati mediante protocolli d’Intesa, l’ultimo siglato il 3 aprile 2023, quindi riteniamo del tutto ingiustificata qualsiasi remora al ricorso a tale collaborazione, ben sapendo che le squadre della GdF sono numericamente sempre piuttosto presenti, rispetto alla disponibilità del personale ADM in turno. Non ammettiamo che i turnisti siano costretti a subire in maniera ancora più gravosa la gestione del servizio passeggeri –sia in termini numerici, di composizione delle squadre, sia in termini di durata del servizio – a causa della protervia di qualche collega che si ostina a remare contro gli indirizzi dell’Amministrazione. Gli Uffici delle Dogane sono sotto-organico e non si può pretendere di avere squadre molto numerose solo perché non si vuole far ricorso al supporto della GdF. In diversi altri Uffici le squadre per il servizio passeggeri sono composte da 2 persone, numero da garantire, in caso di assenze impreviste, con personale in reperibilità e straordinario;
8)adeguata formazione e specializzazione del personale: individuiamo inoltre nell’insicurezza di alcuni colleghi o nella scarsa propensione all’attività, la percezione che siano necessari sempre più funzionari a comporre le squadre addette al controllo passeggeri. Sembra la paura o l’incertezza ad alimentare questo crescente bisogno di personale da adibire ai servizi, che funzionari adeguatamente formati ed istruiti per affrontare le evenienze tipiche dell’attività potrebbero gestire serenamente.
Questo il nostro apporto al confronto. L’unica soluzione che troviamo proponibile è un servizio dedicato con turni fissi e remunerato per il tramite di tutti gli istituti premiali esistenti.
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