Al tavolo regionale in materia di sicurezza sul Covid 19 convocato a seguito della stipula dei protocolli nazionali, sin dallo scorzo 8 maggio, le organizzazioni presenti al tavolo avevano evidenziato la necessità di fornire direttive e linee guida chiare alla contrattazione decentrata, sia in termini di capacità di spesa (non ci dobbiamo infatti dimenticare che ad esempio per quanto riguarda il tema dei test sierologici, la rilevazione della temperatura e gli impianti di condizionamento le DP hanno una limitata capacità di spesa autonoma), sia in termini di coerenza delle previsioni previste a livello territoriale, che in termini di adozione misure organizzative per le quali certamente la DR ha potere in termini di omogeneità ( vedasi indicazioni sull’apertura degli sportelli e indicazioni attività indifferibili).
La USB, sin dal primo momento ha, dunque, formulato sia per iscritto che al tavolo proposte concrete e aggiuntive rispetto ai protocolli nazionali, relative non solo agli aspetti delle misure igienico sanitarie ma anche della stessa organizzazione del lavoro.
Al secondo incontro regionale, quello del 22 maggio, il focus della discussione si allarga e si è passati alla necessità espressa da parte pubblica di aumentare gli sportelli, e dunque i rientri.
Immediatamente la USB ha evidenziato che la ratio degli incontri non era quella di concordare aumenti di sportello, e dunque rientri in presenza, ma attuare e possibilmente potenziare le misure di sicurezza già previste a livello nazionale.
USB ha fatto presente che a livello centrale non sono intervenuti ampliamenti di attività indifferibili da rendersi in presenza, né aggiornamenti dei protocolli nazionali (intesa 30 aprile e Protocollo 3 maggio con USB) alla luce dell’emanazione del Decreto Rilancio. Anche se lo stesso Decreto Rilancio ha previsto l’adeguamento delle misure originariamente adottate alle esigenze della progressiva riapertura degli Uffici pubblici e a quelle dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali, il lavoro agile nelle PA è ancora regolato dall’art. 87 del DL.18/2020 ed è ancora la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa.
L’aumento dell’apertura degli uffici e quindi un aumento delle presenze necessarie potrebbe portare ad uno sbilanciamento eccessivo verso una parte delle colleghe e dei colleghi e non a caso USB già da tempo aveva proposto di procedere con turnazioni settimanali da comunicarsi preventivamente a RSU, RLS e OO.SS. territoriali.
Ha poi posto la questione della compatibilità dell’aumento delle aperture al pubblico con i numeri reali, ovvero quelli conseguenti alle esenzioni dei soggetti fragili e di tutte le categorie con diritti soggettivi o oggetto di esenzione a seguito di accordi locali.
In poche parole: prima di parlare di aumento delle presenze si riteneva necessario fare una valutazione preventiva sulle presenze effettivamente possibili, elencare in maniera specifica le attività da rendersi in presenza, per le quali si ribadisce debba essere il datore di lavoro ad esprimere il carattere delle indifferibilità e soprattutto accompagnare tale previsione a misure organizzative e di distanziamento interno.
Proposte di misure trasmesse alla Direzione Regionale e che in ossequio ai protocolli nazionali sono state e verranno proposte ai tavoli di contrattazione decentrata delle singole DP. Sempre che si facciano sti incontri, visto che la contrattazione nelle DP dopo la stipula in DR pare sia diventata un optional: dopo gli incontri in Direzione Regionale pare non interessi più a nessuno andare avanti con la contrattazione decentrata, sebbene la stessa sia prevista dagli stessi protocolli nazionali, sia una specifica prerogativa sindacale, con tanto di chiamata in causa della RSU, del medico competente, dei responsabile sicurezza dei lavoratori e dei responsabili sicurezza e prevenzione.
Andando all allegato al verbale, spicca per importanza la rilevazione della temperatura ad opera della vigilanza e non dei colleghi, l’obbligo di mascherina e rilevazione temperatura non solo per i colleghi ma anche per contribuenti e soggetti esterni, la formalizzazione della consegna dei DPI (di cui si è chiesta certificazione CE), la provvista per ulteriore reperimento DPI, l’attenzione a chi ha doveri di cura verso i minori. Qualcosa si è fatto ma molto altro si poteva ancora fare. Soprattutto alla luce dell’accelerazione del mantra delle riaperture.
Le misure a carattere igienico sanitario secondo USB avrebbero dovuto essere accompagnate anche da misure a carattere organizzativo, cosi come indicate dalle stesse linee guida INAIL.
La DR Sicilia non ha, infatti, accolto misure da noi ritenute urgenti ed indispensabili (test diagnostici, fissazione a livello regionale di contingenti massimi di rientro giornaliero, comunicazione turnazione settimanale, presenza massima oraria in ufficio, indicazione numero di lavoratori in ogni stanza, pause mascherina), vi è poi la mancata individuazione degli intervalli temporali per l'effettuazione delle operazioni di sanificazione (cosa ben diversa dalla pulizia) e di verifica e manutenzione degli impianti di condizionamento, anche alla luce delle specificità degli impianti.
Non va dimenticato, infatti, che tutti i documenti tecnici ufficiali (per tutti il Rapporto ISS COVID-19 • n. 5/2020) prevedono che ove possibile debba essere eliminata totalmente la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni (batteri, virus, ecc.) nell’aria.
Rispetto alla questione dell’autocertificazione, parzialmente contenuta nella direttiva 30879 oggetto del punto 3 dell’allegato al verbale, USB ribadisce ancora una volta la propria contrarietà, oggetto anche di interventi a livello nazionale.
In questi incontri USB ha anche posto la necessità di porre attenzione sia ai temi del diritto alla disconnessione, che delle rilevazioni del fabbisogno delle strumentazioni informatiche e dei telefoni.
Non si deve mai dimenticare che, a causa della decretazione d’urgenza, lo smart working è stato applicato in assenza di diversi passaggi, dagli accordi individuali alla sicurezza digitale, passando per la valutazione della performance e la verifica degli standard di sicurezza dentro casa.
Il lavoro agile ha garantito la tenuta della PA in questa fase pandemica ma questo non significa derogare agli obblighi di protezione del datore di lavoro, rinunciare a chiedere la dotazione di tutti i mezzi necessari e soprattutto sottovalutare i rischi legati al tecno stress, corollario di una sempre piu evidente commistione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro o peggio ancora fattore connesso a una mancanza di fiducia che porta a continue forme di pressione.
USB, come preannunciato nella nota a verbale contenente le motivazioni esposte al tavolo e che quasi tutte le altre organizzazioni sindacali hanno chiesto alla DR Sicilia di non pubblicare in allegato al verbale, continuerà a proporre accordi decentrati tesi al miglioramento nelle singole DP, cosi come previsto nei protocolli nazionali e agito nel resto d’Italia.
Qui la proposta trasmessa alla DR Sicilia sin dallo scorso 9 maggio.
USB Agenzie Fiscali Sicilia