La tragedia degli omicidi sul lavoro continua a rappresentare una vergogna per una Repubblica fondata sul lavoro come l’Italia, e non può e non deve essere occasione solo per le passerelle rituali.
L’attacco ai lavoratori, particolarmente duro in questi ultimi anni e finalizzato al raggiungimento del massimo profitto per le imprese, sta facendo carta straccia di diritti, dignità e salari.
In questo disegno di distruzione dei diritti, il Ministero del Lavoro, soprattutto di quest’ultimo governo, rappresenta un alleato naturale e strategico idoneo ad eliminare tutto ciò che può rappresentare un ostacolo alla tutela degli interessi dell’impresa.
Con questa logica è stato modificato, in peggio, il decreto legislativo 81/2008 che non rappresentava certamente la soluzione per la riduzione degli infortuni, ma quantomeno definiva un quadro d’insieme da cui partire per il miglioramento della normativa.
Non a caso con il cosiddetto decreto correttivo sono state dimezzate le sanzioni per il datore di lavoro ed i dirigenti, sostituendo in alcuni casi l’arresto con l’ammenda.
Anche l’ampliamento dei compiti degli enti bilaterali che certificheranno i modelli dell’organizzazione del lavoro relativa alla sicurezza, rientra nel progetto di smantellare le norme a tutela dei lavoratori: in questo modo sarà eliminata qualsiasi responsabilità per il datore di lavoro che si sottoporrà al controllo dell’ente. Ancora una volta profitto sulla pelle dei lavoratori.
Oggi con questa manifestazione si vuole mettere la foglia di fico su un problema esplosivo che non si vuole né affrontare né tanto meno risolvere: la vigilanza e la prevenzione sui luoghi di lavoro.
La carenza di personale ispettivo, dovuta al ventennale blocco delle assunzioni ed accentuata dalle riduzioni degli organici, è la riprova della scarsa attenzione che si ha verso l’incolumità dei lavoratori. Lampanti sono le esternazioni di Tremonti che sostiene che la sicurezza rappresenta un lusso, auspicando un mondo del lavoro con meno diritti pur di continuare a lavorare.
Vergognoso è invece il messaggio che si vuole far passare come campagna di comunicazione: “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, che trasferisce, di fatto, qualsiasi responsabilità del datore di lavoro direttamente sulle vittime degli infortuni.
Una totale ipocrisia di chi sta smantellando diritti e tutele del mondo del lavoro anche attraverso l’eliminazione dei Contratti Nazionali, con aumenti dell’orario di lavoro, aumento dei turni e riduzione delle pause, che non permettono il necessario recupero psicofisico dei lavoratori: tutti elementi che contribuiscono a determinare la gran parte degli infortuni.
NOI CI VOGLIAMO BENE
E CONTINUEREMO A LOTTARE CONTRO CHI NON CE NE VUOLE