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SIDIS CATANZARO: invece di risposte, arrivano minacce legali!!

Catanzaro,

La USB nei giorni scorsi ha denunciato il fatto che all’inizio dell’anno la Sidis Supermercati di Catanzaro ha stipulato con le organizzazioni sindacali un accordo che prevede che per il 2014 e 2015, ci sia un abbattimento del 50% di tutte le ore di permesso retribuito, per cui delle 36 ore previste dal CCNL, l’azienda ne riconosce solo 18. La USB ha chiesto il motivo di queste violazioni contrattuali.

L’amministratore delegato della SIDIS divisione supermercati di Catanzaro, invece di fornirci le risposte richieste, ci ha fatto sapere che la USB ha “infangato” l’immagine della società, minacciando  conseguenze legali.

Ovviamente, le velate minacce non ci preoccupano affatto, ma quello che ci preoccupa e ci sta a cuore è solo la tutela dei lavoratori, che non possono essere sempre i primi a pagare le conseguenze di possibili crisi; crisi che, tra l’altro, non emerge affatto dai bilanci della ditta, considerati gli acquisti di nuove strutture commerciali: noi dell’USB non possiamo permettere che i capannoni vengano pagati con i soldi dei lavoratori!!!

Ricordiamo alla Sidis ed ai sindacati loro complici, che non è possibile, neanche con un accordo suicida, derogare ai CCNL e che gli accordi, possono eventualmente essere stipulati solo per migliorare l’occupazione, per incrementare salariali, o per  far emergere irregolarità nel lavoro.

Tutto il contrario di quello che hanno sottoscritto.

Ma non solo! Eventuali accordi dovrebbero essere comunque sottoposti ai lavoratori per l’approvazione! Alla Sidis, invece, hanno pensato bene di chiamare le organizzazioni sindacali compiacenti, escludendo i lavoratori e partendo dai tagli al costo del lavoro e, quindi, dai tagli agli stipendi.

A ciò si aggiunge che lavoratori lamentano una trasformazione nei fatti dell’azienda, con molti servizi che vengono ogni mese esternalizzati, quasi come lavori a cottimo: più colli movimenti, più ti pago!!!

La battaglia della USB continua, a prescindere dalle minacce e dagli avvocati della Sidis, fino a quando non avremo risposte concerete, per la tutela di padri e madri di famiglia che sanno bene cosa significa lavorare in simili situazioni e vogliono cambiare questo stato di cose che, in nome di una presunta modernità e della competizione, porta il mondo del lavoro direttamente al medioevo, visto che si ritiene che la competitività passi esclusivamente attraverso la riduzione dei diritti, l’imposizione di carichi di lavoro abnormi, il lavoro domenicale, le turnazioni, la riduzione degli organici, le intimidazioni e i controlli da caserma. 

I lavoratori non ci stanno e aspettano  le risposte.   

E la USB con loro.

Federazione Regionale USB Calabria