L’incontro del 19 tra Rsu e direzione dell’Istituto dei tumori di Milano, faticosamente ottenuto da USB e NURSIND con il presidio-assemblea di mercoledì 17, è stato boicottato da Cgil, Cisl, Uil, Fials e Nursind Up che hanno abbandonato la riunione. Subito sostenuti dalla direzione dell’Istituto. I comunicati dei primi e della seconda infatti sono, nei contenuti, una fotocopia l’uno dell’altro. Affermano entrambi che la riunione era programmata da tempo e che le accuse di USB e NURSIND sono “denigratorie”: taglio dei posti letto, accorpamento di strutture, organico insufficiente, mal gestione dei turni, precarietà dilagante per tutti e non solo per la ricerca, sale operatorie che lavorano a mezzo servizio per mancanza di personale. Che la situazione sia quella descritta da USB e NURSIND lo dimostra, paradossalmente, lo stesso documento della Rsu sulla situazione della ricerca in Istituto. Vi si evidenziano infatti il massiccio ricorso ad assunzioni precarie a fronte del blocco del turn over da 15 e più anni; l’impossibilità di molti ricercatori, pur con curricula importanti, a partecipare ai concorsi pubblici; il rischio, che è già una realtà, che si riducano sensibilmente i finanziamenti, anche quelli correnti. Con la conseguenza della caduta del prestigio dell’Istituto e della sua autonomia finanziaria. Che porta alla riduzione dei posti di lavoro non solo nella ricerca e dei posti letto. Quello che, assieme a tante altre magagne, hanno denunciato USB e NURSIND. Che, a differenza di questi sindacati gialli, non si limitano a evidenziare i problemi, ma lottano per risolverli. E, soprattutto, non fanno comunella con la direzione dell’Istituto.
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