Care colleghe, cari colleghi,
abbiamo ricevuto la risposta del Direttore Generale e della Direzione del Personale del nostro Ateneo alle considerazioni/richieste che avevamo posto, con la lettera inviata il 23 dicembre u.s. come USB-UniPI.
Si tratta come al solito di un documento completamente evasivo che continua a non tenere in alcun conto le necessità dei dipendenti.
Riteniamo comunque di dovervelo allegare in nome della trasparenza che contraddistingue ogni azione della nostra Organizzazione e perché ognuno di voi possa oggettivamente trarre le proprie conclusioni. In particolare richiamiamo la vostra attenzione sul facile escamotage del pararsi dietro un riferimento normativo.
Peccato che proprio tale rimando si riveli un boomerang ed evidenzi la superficialità e la volontà precisa della nostra Amministrazione di interpretare in maniera quanto più possibile restrittiva il dettato di legge: se può essere vero che in mancanza di fondamenti normativi o negoziali non è praticabile il riconoscimento di somme aggiuntive ai lavoratori in smart working, ovvero di indennità o rimborsi, nello stesso parere, riguardo ai buoni pasto, si cita la precedente circolare esplicativa n. 2 del 1 aprile 2020, in cui è stato precisato che il personale in smart working non ha un automatico diritto al buono pasto, essendo rimesse a ciascuna PA le determinazioni di competenza circa la sussistenza delle condizioni per l'erogazione.
(http://www.funzionepubblica.gov.it/sites/funzionepubblica.gov.it/files/Buoni_Pasto_Indennita_Forfettarie.pdf )
E' strano che, in un ambito universitario che si fregia di avere fra le sue fila esponenti di spicco della lingua e letteratura italica e che ritiene un delitto di lesa maestà le richieste delle RSU di contribuire ai piani di sicurezza durante questa crisi pandemica, sia sfuggito o riuscito incomprensibile tale passaggio.
Pertanto, la mancata erogazione dei buoni pasto in UniPI non dipende, come dichiara il DG, da un parere negativo dato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, bensì dalla volontà precisa della nostra amministrazione che si nasconde dietro ad un'interpretazione fallace ed univoca, a meno che gli illustri colleghi degli altri atenei fra cui Torino, Roma, Bari, Bologna (di cui a titolo esemplificativo alleghiamo l'accordo) non conoscano né la lingua, né la giurisprudenza italiane!
Fortunatamente, a favore dei lavoratori interviene infine il comma 870 della Legge di Bilancio 2020, che consente di utilizzare i risparmi di spesa derivanti dalla mancata corresponsione dei buoni pasto e delle prestazioni di lavoro straordinario non svolte nell'esercizio economico 2020, per finanziare, nel 2021, i trattamenti economici accessori correlati alla performance ed a migliorare le condizioni di lavoro.
Vedremo se e quale scusa si inventeranno ora i nostri dirigenti, pur di non riconoscerci ciò che ci è dovuto!
L'USB ritiene che la corresponsione, quanto meno dei buoni pasto, sia il minimo che un'amministrazione seria e che tiene in dovuto conto il lavoro dei propri dipendenti debba attivare in un periodo di crisi come questo, a meno che non consideri gli stessi come servi della gleba di un sistema sempre più feudale...
Continueremo a batterci e ad incalzare l'amministrazione sui temi della sicurezza, sui buoni pasto e su tutto quello che permetterà ai dipendenti dell'Università di Pisa di vivere questa crisi con il minor danno possibile.
A presto
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UNIONE SINDACALE DI BASE
USB Pubblico Impiego - Università
Università di Pisa