Incredulità, è questa la parola che meglio esprime la nostra reazione alla notizia dell’arresto di Carlo d’Antoni, sacerdote siciliano, da sempre impegnato nella solidarietà attiva a sostegno dei migranti in particolare, sotto accusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Sotto accusa per aver trasformato la sua parrocchia in luogo di accoglienza e rifugio per i tanti dannati che giungono sulle coste siciliane dall’Africa o dai nostri luoghi di sfruttamento, come nell’assistenza fornita ad un gruppo di immigrati fuggiti da Rosarno.
Insieme a tante altre associazioni antirazziste siciliane don Carlo ha partecipato alle mobilitazioni che da anni nell’isola e nel territorio di Siracusa in particolare si battono per una politica che riconosca dignità di persone e diritti del lavoro ai tanti immigrati che durante il raccolto delle patate o delle fragole popolano le campagne del siracusano, per pochi euro al giorno senza alloggi o assistenza sanitaria.
Crediamo che questo arresto abbia molto a che fare con la politica del Governo che vede nella criminalizzazione degli immigrati irregolari l’unica proposta con cui affrontare un fenomeno che avrebbe bisogno di ben altre misure, ma non dimentichiamo che ciò costituisce un grande favore per tutti quegli “imprenditori agricoli“ che in questi anni hanno visto come il fumo negli occhi l’opera di denuncia e di organizzazione dei migranti portata avanti dalle reti antirazziste.
Ci chiediamo poi, possibile che le gerarchie ecclesiastiche non siano state avvertite ? Che non abbiano trovato il modo di difendere un loro prete il cui impegno sociale è così riconosciuto?
Federazione RdB Immigrazione