L’USB porta avanti battaglie di giuste rivendicazioni in tutto il paese e la risposta dei padroni e dei governanti è sempre più quella di utilizzare le forze dell’ordine e la magistratura per nascondere verità scomode per cui conviene loro non trovare soluzioni.
Ne abbiamo viste tante in questi anni: le cariche militaresche ai lavoratori della logistica, la negazione di manifestare liberamente davanti a luoghi del potere, indagini della magistratura con accuse assurde ai sindacalisti, arresti di alcuni delegati poi scagionati, daspo per attivisti e sindacalisti che hanno la sola colpa di protestare contro ingiustizie e sfruttamento dei lavoratori, perquisizioni mirate alle nostre sedi con modalità ancora tutte da chiarire. La nostra Organizzazione conosce bene tutto questo e non ha mai arretrato di un millimetro, ben cosciente che le lotte che facciamo sono l’unico strumento utile per frenare la deriva autoritaria del potere; per questo siamo solidali con chiunque è vittima del sistema repressivo.
Il 4 giugno 2021, a poche settimane dalla morte di Luana D’Orazio, giovane mamma e lavoratrice, uccisa da un macchinario tessile che poi risulterà essere stato manomesso per aumentare la produzione, Lino Parra attivista del Partito del CARC, insieme ad altri, era davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Atessa (ex SEVEL) per un volantinaggio di sensibilizzazione sugli omicidi nei luoghi di lavoro ma fu identificato da una pattuglia di polizia e in seguito denunciato per aver rivolto frasi che ledono l’immagine del Corpo di Polizia.
Forse Lino avrebbe potuto usare termini diversi ma la sostanza non cambia perché il messaggio è quello di dire a tutti di stare al proprio posto o il prezzo da pagare è alto: Lino rischia da 6 mesi a 3 anni di reclusione in un processo che vedrà l’inizio nel Tribunale di Lanciano il 14 Luglio.
Esprimiamo la nostra solidarietà a Lino che stava portando avanti una campagna su un tema scottante nel nostro paese e che fa più di 1000 vittime l’anno: la morte sui luoghi di lavoro.
L’USB da anni chiede l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e da poco ha lanciato una campagna di raccolta firme per sostenere una proposta di legge popolare in merito, così come per sostenere l’introduzione del salario minimo per legge a 10 euro l’ora.
La deriva repressiva, che si è ancor più acuita nel tempo con un governo di destra e le sue misure prese con leggi liberticide, non può essere accettata e va contrastata, non solo per difendere i diritti dei lavoratori e dei cittadini, ma per garantire l’attuazione dei dettami Costituzionali che sempre più vengono ignorati in barba a chi ha dato il sangue per sconfiggere la dittatura fascista della quale ancora oggi in troppi sono nostalgici.
Noi staremo sempre dalla parte di chi ha il coraggio di esporsi, di dire la verità, di lottare per la giustizia sociale, per la libertà ed i diritti dei lavoratori e dei cittadini italiani e non.
Pescara, 10/07/2023
Federazione USB Abruzzo e Molise