La pandemia sta mietendo vittime in numeri sempre più drammatici e catastrofici, in Italia e in tanti altri paesi del mondo, ma non in tutti. Più che di pandemia occorre parlare di sindemia, perché evidentemente caratterizzata dalle pesantissime ripercussioni che sta avendo sulle fasce di popolazione svantaggiata.
Questa catastrofe non è responsabilità della malasorte o del caso, ma di scelte politiche criminali, dettate nel nostro paese da Confindustria e dalle grandi multinazionali, che impongono ad un governo servile l’apertura delle grandi fabbriche, dell’industria del turismo e di tutto l’indotto, causa principale di diffusione della pandemia. È la “razionalità” del capitalismo, che sacrifica la salute e la vita delle maggioranze sull’altare del profitto.
Un’altra razionalità si è messa in moto in questi mesi terribili, quella della solidarietà internazionalista, che ha portato anche in Italia - come in altre decine di paesi del mondo - una brigata di medici, infermieri e tecnici cubani a sostenere la disastrata sanità lombarda e piemontese nel momento di maggior picco pandemico, da marzo a maggio 2020. Parliamo della Brigata Medica Internazionale Henry Reeve, già nota alle cronache per il suo impegno contro altri flagelli indotti dal distorto modello di sfruttamento capitalistico.
Drammaticamente, il Covid-19 ha messo di nuovo a confronto due modelli sociali ed economici, che stanno dando risposte sia immediate sia strutturali radicalmente differenti alla pandemia, ottenendo risultati diametralmente opposti. Basta leggere i dati dell’OMS per capire la differenza tra la devastazione in atto nei paesi a capitalismo avanzato e la situazione nei paesi socialisti come Cuba, il Venezuela, il Vietnam, la Cina, il Kerala (India), i quali stanno dimostrando che è possibile mettere sotto controllo il virus senza dover attendere il vaccino. È sufficiente mettere al primo posto la vita dei popoli, piegando ad essa la produzione ed il profitto.
Il premio Nobel per la pace ai componenti della Brigata Sanitaria Henry Reeve, che di fronte ad ogni catastrofe sono pronti a lasciare il proprio paese e i propri affetti per rischiare la vita a favore di persone sconosciute, è un premio alla concezione del mondo che rappresentano, in un’epoca nella quale la vita stessa del genere umano è in pericolo, a causa della irrazionalità di un sistema economico che ancora domina su gran parte del pianeta.
Oggi vogliamo parlare di questo mettendo a confronto due sistemi di ricerca e scienza.
Cuba si è velocemente mobilitata per la produzione del vaccino proponendo al mondo un modello, evidentemente efficace e vincente.
Il sistema di ricerca e sviluppo pubblico italiano (Università, CNR, enti dedicati), invece, è sempre più piegato agli interessi delle aziende private e del cosiddetto “mercato”. Un ambito, quello della ricerca pubblica, al quale è difficile accedere e nel quale si è condannati a una condizione di precarietà strutturale.
Come sappiamo nel nostro paese, oltre ad investire pochissimo in R&S, i tecnici e gli scienziati sfornati dal nostro sistema di formazione pubblico vengono messi “a disposizione” del mercato privato in base ad una legislazione del lavoro estremamente penalizzante, in termini di reddito e di stabilità lavorativa. Non solo. Le grandi industrie farmaceutiche, così come tutta la grande e media industria privata, vengono premiate con enormi e costanti contributi pubblici “a fondo perduto”, senza alcun ritorno a favore delle maggioranze, se non precarietà, malattie e morte.
Ogni paese deve trovare la propria strada per emanciparsi dalla barbarie nella quale è immerso, a causa di meccanismi che rappresentano l’essenza stessa di un modello, quello capitalistico, evidentemente incapace di rispondere ai problemi ed ai bisogni dell’umanità, che siano legati alla attuale pandemia, o afferenti alla catastrofe ambientale, o all’irrazionale utilizzo delle forze produttive e della tecnologia.
Non cerchiamo “modelli” da esportare, ma intendiamo attingere da esperienze, come quella cubana, che ci possono dare importanti indicazioni di fuoriuscita dalla situazione nella quale siamo costretti a vivere e, sempre più spesso, a morire, questa volta a causa di un virus.
Ne parliamo nella…
Conferenza nazionale USB settore Ricerca
mercoledì 10 febbraio ore 16.00
Cinzia Della Porta - internazionale USB
Luciano Vasapollo - Cestes Proteo
Fabrizio Chiodo - ricercatore CNR e Finlay institute Havana
Claudio Argentini - USB Ricerca
Cristiano Fiorentini - esecutivo pubblico impiego
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