Ogni giorno l’amministrazione tenta di togliere qualcosa, di erodere il nostro reddito e questo avviene di pari passo con l’erosione dei nostri diritti, non potrebbe essere diversamente, una volta è la missione, un giorno è l’auto di servizio e così via. L’ultima in ordine di tempo, ne abbiamo parlato spesso, è la decurtazione delle indennità agli specialisti, quando sono ammalati, infortunati o inattivi (condizione quest’ultima da chiarire). Questa voce è una parte congrua del nostro reddito, che fino ad oggi abbiamo percepito perché si considerava insita all’alta professionalità acquisita. Ora invece alla luce dei nuovi chiarimenti del dott. Italia, basandosi su un parere dell’avvocatura di Stato, si iniziano a bloccare queste indennità, chiarimenti, pareri, o interpretazioni? Abbiamo chiesto l’intervento chiarificatore dell’ARAN che non dubitiamo essere dalla nostra parte, se questo non fosse, si aprirebbe comunque uno scontro frontale con i lavoratori.
La questione riguarda non solo il diritto ed il reddito, ma la dignità dei lavoratori e la loro sicurezza, riguarda l’efficacia e l’efficienza di tutto il dispositivo di soccorso, un dispositivo che deve poter contare su alte professionalità in ambito nautico ed aeronautico, che non possono essere riconosciute solo quando queste sono operative. Gli scenari d’intervento dove l’elemento predominante è l’acqua o l’aria presuppone una preparazione ed una capacità operativa superiore all’ambito terrestre, per questo i lavoratori che possono operano in questi scenari sono sottoposti a visite supplementari e si richiedono idoneità particolari, sia fisiche che psicologiche, fondamentale l’ambiente all’interno dei nuclei, la serenità del lavoratore, proprio per garantirne la sicurezza.
Quale livello di sicurezza pretendiamo di assicurare ad un pilota, piuttosto che ad un sommozzatore se non garantiamo a questi la possibilità di dichiarare una patologia od un infortunio senza la paura di vedersi decurtare lo stipendio. Chi garantirà condizioni di sicurezza idonee in un ambiente dove si è fatto da parte dell’amministrazione terrorismo sulla malattia o l’ infortunio? Questo vale anche per il personale vigile nei comandi, ma a maggior ragione nei nuclei specialisti. Ci sono lavoratori che a seguito di malattia od infortunio mantengono una operatività limitata e grazie alle loro capacità tecniche e professionali possono svolgere presso i nuclei, compiti di alta responsabilità e di alta professionalità. Un amministrazione che abbia buon senso e che vuol disporre di una buona organizzazione del soccorso, non può correre il rischio di veder venir meno queste figure formate negli anni, alle quali deve comunque mantenere una stipendio adeguato al livello professionale acquisito, stipendio con il quale il lavoratore negli anni ha progettato e costruito la propria vita. Non possiamo improvvisamente decidere di toglierne una fetta importante, perché qualcuno nell’amministrazione si è alzato una mattina e ha dato un’ interpretazione della norma diversa dagli ultimi venti anni! L’amministrazione deve prestare la massima attenzione al rispetto della professionalità acquisita e soprattutto alla sicurezza negli ambiti di lavoro, in particolare se acquatici ed aerei. Ci sono aspetti normativi da rivedere, noi come USB abbiamo da subito denunciato gli orrori, più che errori, della riforma ( legge 252/04) e della 217/05, più volte abbiamo presentato bozze di modifica, mai accettate, per questo, oggi ne ripudiamo tutto l’impianto. Sia gli elicotteristi, che i sommozzatori, che i nautici, potrebbero da subito mettere in atto forme di protesta molto forti, basterebbe che ognuno di noi da subito si attenga scrupolosamente ai propri mansionari, smettendo di dare disponibilità ad effettuare ore straordinarie, o dare disponibilità a convenzioni varie, basterebbe poco a bloccare una parte importante del dispositivo di soccorso e dei compiti d’istituto. Questo dovrebbe far riflettere l’amministrazione su certi atteggiamenti arroganti, inutili e pericolosi. Consigliamo di non alimentare un malcontento diffuso con azioni scellerate come il blocco delle indennità, esacerbare un clima già teso, determinato da passaggi di qualifica bloccati, contratto scaduto, sedi di servizio che cadono a pezzi, ecc, ecc., non è di aiuto per nessuno. Invitiamo tutti i lavoratori ad una riflessione su quale futuro ci aspetta e se vogliamo continuare ad avvallare in silenzio scelte fatte altrove da persone che percepiscono tre/cinque volte il nostro stipendio, persone che non pagano sulla propria pelle le scelte che fanno per noi, lo dimostra la scarsa sensibilità con la quale ce le propinano.