Verso lo sciopero generale del 26 maggio
Portiamo la voce di una generazione che in questi ultimi giorni negli atenei di tutta Italia chiede soluzioni reali sul piano del diritto all'abitare, un reale stop al carovita e al caroaffitti, fin sotto alle porte del Ministero dell'Università.
È evidente che il dibattito pubblico, grazie alle proteste di centinaia e centinaia di studenti, abbiano riaperto un tema che fin da troppo tempo era rimasto nascosto. Ma questo non basta, non saranno le parole di Schlein e Bernini a risolvere i problemi quotidiani di migliaia di studenti e non saranno le loro promesse a fermare le nostre proteste.
L'urgenza infatti è di riconoscere le vere colpe di chi ha creato quello che oggi è il caroaffitti: la legge 431/98 a firma centro sinistra e Partito Democratico.
È ora di investimenti pubblici, ma soprattutto di un'inversione di rotta sul mercato degli affitti, con la reintroduzione dell'equo canone, la requisizione degli sfitti privati, l'abolizione della 431/98, stop alle liberalizzazioni di affitti e bollette e molto altro.
Chiediamo inoltre un reddito studentesco universitario per svincolare gli studenti dal lavoro povero, per coprire le spese che con lo scoppio della guerra e l'invio di armi hanno portato all'aumento del carovita.
Un reddito studentesco che deve essere pagato attraverso la tassazione di tutte le aziende private ormai inserite completamente nei nostri atenei e che traggono profitto dai nostri percorsi di studi e dalla ricerca.
Resteremo qui in presidio permanente, invitiamo tutti gli studenti a continuare a mobilitarsi in ogni ateneo, in ogni città e costruendo un percorso di lotta verso lo sciopero generale del 26 maggio chiamato dall'Unione sindacale di base a fianco di tutti quei settori sociali che risentono della crisi e che da sempre sono in lotta per il diritto alla casa, contro il Governo Meloni e contro l'economia di guerra. L'unica data di mobilitazione conflittuale che vedrà i piazza tutti i settori popolari uniti.
Il comunicato di Cambiare Rotta