STATO DI AGITAZIONE DEI LAVORATORI DELLA SANITA' CAMPANA
IL 20 NOVEMBRE PRESIDIO DI PROTESTA IN PIAZZA DEL PLEBISCITO ORE 10
La sanità privata convenzionale sciopera, perché non viene pagata dalla Regione
Da oggi, fino a fine anno, i cittadini Campani, le prestazioni le devono pagare.
L’Assessore Regionale alla sanità, in una intervista ha detto ai cittadini:
“andate negli ospedali pubblici”
cogliamo l’occasione per far presente all’assessore, che la maggior parte degli ospedali pubblici cittadini, terminano le loro attività ai non ricoverati alle ore 14.00.
Questo è uno dei motivi che hanno fatto lievitare le attività delle strutture private convenzionate, che invece funzionano fino alle ore 20.00.
Una lievitazione che ha fatto superare il tetto imposto dalla Regione, provocando il mancato pagamento delle prestazioni in eccesso e lo sciopero in atto.
La scrivente O.S. ha da tempo chiesto alla Regione e ai DD.GG. delle aziende sanitarie pubbliche della Regione, di prolungare fino alle ore 20.00:
- le attività delle CC.OO. di elezione per i piccoli interventi;
- gli ambulatori specialistici negli ospedali e nei distretti sanitari;
- le radiologie e i laboratori di analisi.
Questo comporterebbe:
- una riduzione della spesa dei convenzionati esterni, che incide più di tutto sulle uscite e sul debito della sanità in Campania;
- una riduzione dei tempi di attesa e del turismo sanitario verso altre Regioni e verso la sanità privata.
Ma soprattutto, liberebbe la sanità pubblica dal ricatto della sanità privata convenzionata, che avendo monopolizzato alcune tipologie di assistenza, se si ferma crea enormi disagi ai cittadini, come in questa occasione già molto grave, dovuta all’emergenza influenzale.
Se volete che la gente si rivolga agli ospedali pubblici, adesso e anche dopo, fate in modo che ciò possa realmente avvenire, altrimenti, aumenterebbero solo i problemi negli ospedali, si allungherebbero ancora di più i tempi di attesa già lunghi e l’invito dell’assessore apparirebbe una dichiarazione fatta senza conoscere la situazione esistente o peggio, una uscita demagogica in campagna elettorale.