Dopo l’approvazione degli emendamenti che riguardano gli educatori, nell'ultima legge di bilancio, che ha messo in sicurezza l’equipollenza per i diplomati regionali post 99, consentito ai laureati SDE di mantenere la propria posizione anche nei presidi sociosanitari, garantito la salvaguardia del posto di lavoro anche a quegli educatori senza titolo specifico che, occupati da almeno 36 mesi negli ultimi dieci anni, operano nei servizi sociosanitari e della salute, bisogna lavorare alla messa in sicurezza delle decine di migliaia di educatori senza titolo impiegati in ambito sociopedagogico che a causa del pasticcio dei commi Iori devono pagare il pizzo alle agenzie formative, per conseguire i 60 CFU per poter continuare a lavorare.
Questa mattina una delegazione USB di questi educatori ha incontrato la senatrice Catalfo, Presidente della Commissione Lavoro al Senato, per ribadire ancora una volta la necessità di intervenire a tutela di questi lavoratori e sanare così la contraddizione che vede gli educatori operanti nel sociosanitario tutelati negli elenchi speciali istituiti dall'ordine professionale mentre i colleghi del comparto sociopedagogico sono costretti ad una riqualifica onerosa.
L’impegno ottenuto dalla senatrice è stato proprio quello di dare risposta a questa ingiustizia, dando riscontro alla proposta USB, operando con apposito intervento nel primo provvedimento legislativo disponibile, prevedendo la salvaguardia per gli educatori sociopedagogici senza titolo specifico che abbiano, come i colleghi sociosanitari, maturato anzianità lavorativa nel comparto di riferimento. Ricordiamo che non avere “titolo specifico” non significa non essere in possesso di licenza elementare, ma è una condizione lavorativa che riguarda moltissimi laureati (ad esempio in psicologia, sociologia ecc.) che sono inquadrati come “educatori non qualificati” pur essendo portatori di bagagli formativi ed esperienziali di tutto riguardo.
Riteniamo molto importante questa assunzione di responsabilità della senatrice Catalfo e vigiliamo affinché si possa arrivare all'intervento legislativo in tempi rapidissimi, disinnescando quei commi della Iori che costringono ad un esborso ingiusto questi lavoratori che grazie alle condizioni di lavoro imposte dalla maggior parte delle cooperative sociali, tra part time obbligatori, banca ore e appalti al massimo ribasso, guadagnano stipendi da fame.
Allo stesso modo pensiamo che la straordinaria mobilitazione di dicembre, con il primo sciopero nazionale del Terzo Settore e gli innumerevoli appelli e mobilitazioni promossi dagli educatori a pretendere giustizia per la propria professionalità, abbia rappresentato un momento alto della presa di coscienza, da parte della categoria, della propria essenziale funzione nei servizi del nostro Paese.
Da questa consapevolezza, dunque, ripartiamo coscienti che nulla hanno fatto cgil cisl e uil e le litigiose associazioni di educatori per una categoria che chiede dignità, giustizia e riconoscimento, ma soprattutto unità!
Soddisfatti per quanto raggiunto finora in termini di salvaguardia di posti di lavoro, invitiamo tutte e tutti gli educatori a supportarci in quest’ultimo sforzo per restituire giustizia alla nostra categoria.
Roma, 8 gennaio 2019