Il percorso intrapreso dall’USB PI MEF sulle tematiche dei passaggi di fascia economica e posizioni organizzative è stato ampiamente condiviso dall’assemblea cittadina del 14 marzo tenuta a Roma nel palazzo di Via XX Settembre. La mozione finale, votata all’unanimità nella stessa assemblea, è stata diffusa nei posti di lavoro a livello nazionale e i lavoratori la stanno sottoscrivendo anche con momenti assembleari.
La nostra Organizzazione Sindacale intende continuare ed intensificare questo percorso di partecipazione diretta dei lavoratori con le scadenze già programmate e con un confronto continuo, anche di ulteriore approfondimento, sulla famigerata ipotesi d’accordo e sulle improbabili riduzioni del danno ventilate in questi giorni.
Innanzitutto la USB PI MEF denuncia che, ad oggi, l’Amministrazione non ha prodotto uno straccio di informazione aggiuntiva a quella contenuta nella bozza di accordo citata e illustrata approssimativamente nella riunione dell’11 marzo u.s.
Attualmente sono noti solo i numeri assoluti di presunti passaggi che non permettono alcuna elaborazione. L’acquisizione delle dotazioni organiche di fatto suddivise per area, fascia economica e gruppi omogenei di anzianità nella fascia economica (così come furono forniti dall’Amministrazione in occasione degli sviluppi economici del 2010) permetterebbero, invece, di dare una prima valutazione preliminare sulle percentuali di passaggi e le proporzionalità tra aree e fasce economiche.
I moduli formativi non si sa se esistano almeno in bozza e, se lo sono, rimangono secretati nei cassetti o, peggio ancora, nelle teste del Capo del DAG, del Capo della Direzione del personale e di pochi intimi.
La nostra Organizzazione Sindacale, già in fase di accordo sul FUA 2015, aveva denunciato le possibili conseguenze della firma “in bianco” sullo stanziamento dei 13 milioni di euro per i passaggi di fascia e di 1,5 milioni per le posizioni organizzative. Quelle conseguenze adesso si stanno dispiegando tutte con l’Amministrazione che nega gli strumenti minimi per poter realmente contrattare queste due materie e impone un’ipotesi d’accordo ritoccabile marginalmente.
Le considerazioni di rigetto, già espresse su questa ipotesi d’accordo, investono sia l’aspetto concettuale di natura concorsuale sia la costruzione procedurale dell’intero impianto e dei criteri che, per rispondere a questo requisito, reinterpretano persino il CCNL 2006-2009. In particolare utilizzano la formazione in modo illegittimo, snaturandone la funzione e riservando ad essa una eccessiva pesatura che condiziona l’intera procedura.
Le condizioni normative di partenza non sono radicalmente diverse da quelle del 2010 e al MEF, almeno fino al rinnovo del CCNL comparto ministeri, non verrà introdotto il famigerato sistema di valutazione minacciato da più parti. L’Amministrazione, però, nei suoi vertici è cambiata e forse questo fa tanta differenza!
La nostra Organizzazione Sindacale da anni preme per riavviare le procedure di passaggi economici chiedendo che abbiano cadenza annuale e facendo sempre riferimento ad una piattaforma rivendicativa, ovviamente da contestualizzare, sostanzialmente in linea con le procedure attuate nel 2010, firmate da tutte le organizzazioni sindacali e che hanno fatto conseguire la fascia economica superiore a quasi il 90% dei lavoratori del MEF.
La USB PI MEF, quindi, continua la sua battaglia per riformulare l’ipotesi d’accordo, depotenziandola degli effetti peggiori e costruendo un impianto di massima simile a quello del 2010 con la variabile dell’accorgimento di favorire prioritariamente il raggiungimento della posizione economica superiore ai lavoratori esclusi da quei passaggi.
Pertanto è evidente che, per verificare la necessità di eventuali aggiustamenti al punteggio assegnato dai titoli studio e dall’esperienza professionale, non si possa prescindere:
- dal ruolo e dal peso della formazione che, se confermata nell’impostazione originale, ne varia la valenza in base alla struttura di attribuzione dei punteggi alla stessa riservati;
- dall’informazione, già citata e richiesta all’Amministrazione, sulle dotazioni organiche di fatto opportunamente elaborate nei termini suddetti.
Per queste considerazioni ed anche per il percorso intrapreso nelle procedure di sviluppo economico del 2010, la nostra Organizzazione Sindacale continuerà a proporre le soluzioni individuate con i lavoratori costruendo anche ulteriori spazi di partecipazione.
In merito, invece, alle posizioni organizzative, la USB PI MEF non può che registrare il parere fortemente negativo espresso dai lavoratori nell’assemblea del 14/3 u.s. e ribadire la propria contrarietà all’introduzione dell’istituto contrattuale in questione che già in altri ministeri si è caratterizzato come “prebenda clientelare” e che, di conseguenza, sta producendo veri e propri sfaceli in materia di contenzioso e interventi degli organi di controllo arrivando, in alcuni casi, addirittura a ritardare la corresponsione del FUA a tutti i lavoratori.
Inoltre, è necessario ricordare che la remunerazione delle posizioni organizzative coinvolge risorse del FUA appartenenti a tutti i lavoratori del MEF (ogni lavoratore contribuisce alla costituzione delle risorse del Fondo unico di amministrazione in misura uguale determinata da importi fissi pro capite) destinandole solamente all’area III.
La nostra Organizzazione Sindacale ha già chiesto all’Amministrazione di stralciare dall’ipotesi di accordo sugli sviluppi economici la parte riguardante le posizioni organizzative per destinarla ad un apposito accordo specifico poiché trattasi di due fattispecie contrattuali ben distinte e separate. In tale sede, poi, la delegazione di parte pubblica dovrà formulare una proposta non solo sui numeri complessivi e sulla distribuzione tra uffici centrali e periferici ma anche sui criteri di conferimento di tali incarichi, sulla tempistica e sulle procedure di detti conferimenti, sull’attività di valutazione annuale dei risultati e sugli istituti da attivare per assicurare la totale trasparenza e la puntuale informazione alle Organizzazioni Sindacali.
La USB PI MEF ha comunque l’intenzione di dare ai lavoratori la possibilità di esprimersi direttamente mediante un apposito referendum, anche on line, su qualsiasi accordo dovesse essere raggiunto al tavolo negoziale.
Viene confermata l’indizione dell’assemblea cittadina dei lavoratori degli uffici del MEF di Roma in concomitanza con la riunione tra Organizzazioni Sindacali e Amministrazione fissata per il 23 marzo alle ore 10:00 e per la quale, però, non è ancora pervenuta la convocazione formale. A tale proposito, la nostra Organizzazione Sindacale si limita ad osservare che l’utilizzo di eventuali sotterfugi per rimandare o posticipare la riunione costituirebbe un ulteriore pessimo segnale nei confronti dei lavoratori di questo ministero.
La USB PI MEF ribadisce lo stato di agitazione del personale e invita tutti i lavoratori a riappropriarsi dei propri diritti salariali e degli spazi di esercizio di democrazia partecipata.